Covid, i pazienti dopo la guarigione rischiano la depressione: lo studio sugli effetti a lungo termine

Oltre alle note manifestazioni sistemiche, il Covid-19 può anche provocare sintomi neuropsichiatrici quali depressione, ansia, fatica mentale, disturbi del sonno e disturbi associati allo stress

Covid, i pazienti dopo la guarigione rischiano la depressione: lo studio sugli effetti a lungo termine
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Mercoledì 29 Giugno 2022, 10:46 - Ultimo aggiornamento: 10:55

L'esito negativo del tampone molecolare sancisce nella maggior parte dei casi la fine della malattia e permette alle persone, reduci del Covid, di riprendere la loro routine di vita.Non sempre questo passaggio è però così automatico. Sono sempre di piu' infatti i pazienti che risentono di effetti a lungo termine anche dopo essere guariti dall'infezione. I pazienti affetti da Covid-19 anche dopo guarigione presentano sintomi depressivi in maniera significativamente maggiore rispetto ai soggetti sani, e mostrano una ridotta connettività funzionale locale nella corteccia temporo-parietale, quindi una sostanziale fragilità rispetto ai sani. È quanto emerge dallo studio 'Altered brain regional homogeneity is associated with depressive symptoms in Covid-19' pubblicato sulla rivista scientifica 'Journal of Affective Disorders' condotto da un team di ricercatori coordinato dal prof Fabio Sambataro, del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Padova.

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Covid, i pazienti rischiano depressione 

Oltre alle note manifestazioni sistemiche, il Covid-19 può anche provocare sintomi neuropsichiatrici quali depressione, ansia, fatica mentale, disturbi del sonno e disturbi associati allo stress.

Questi sintomi sono verosimilmente associati agli effetti a livello neuronale del virus o ai trattamenti messi in atto, ma possono anche derivare dai fattori psicosociali associati all'infezione del virus, come ad esempio il timore di ammalarsi o di infettare gli altri, cambiamenti nello stile di vita e isolamento sociale.

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Lo studio

«Considerando la portata mondiale di tale patologia, abbiamo deciso di indagare i correlati neurali del Covid-19 e la loro associazione con le manifestazioni neuropsichiatriche riportate dai pazienti - dice il prof Sambataro -. Grazie alla collaborazione con i reparti di Neuroradiologia, Neurologia, Otorinolaringoiatria e Psichiatria dell'Azienda Ospedale/Università di Padova abbiamo esaminato 79 soggetti guariti da Covid-19 e 17 soggetti sani senza storia di infezione da Sars-Cov2 e di patologie neuropsichiatriche .Tutti i partecipanti allo studio hanno svolto una risonanza magnetica funzionale, che nel caso dei pazienti con Covid-19 è stata effettuata dopo la negativizzazione del tampone molecolare, ed hanno completato una valutazione neuropsicologica». «In particolare - spiega -, abbiamo deciso di indagare le connettività funzionale locale cerebrale a riposo tramite lo studio dell'omogeneità regionale, una tecnica che consente di valutare quanto la correlazione locale del segnale in una regione cerebrale».

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