Piscine, Rasi: «Il virus non resiste al cloro più di 20-30 secondi». Qual è il rischio di contagio

Covid, Rasi: «Il virus resiste al cloro per 20-30 secondi». Qual è il rischio di contagio
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Lunedì 24 Maggio 2021, 10:07 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 10:14

Il Covid è anche in piscina. «C'è uno studio norvegese» sull'azione del cloro contro Sars-CoV-2, «che segue ad altre osservazioni già fatte», in cui «sembra proprio che il virus non resista più di 20-30 secondi sopra il pelo dell'acqua mentre si nuota». Quindi il coronavirus resiste anche al cloro. «Sembra veramente confermato», ha spiegato ad Agorà su Rai3 il microbiologo dell'università di Roma Tor Vergata Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco Ema, oggi consulente del commissario per l'emergenza coronavirus e direttore scientifico del provider di educazione continua in medicina Sanità In-Formazione, gruppo Consulcesi.

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Rischio contagio - Sul sito del Ministero della Salute, aggiornato al 2 maggio 2020, appare scritto che «non ci sono prove attualmente che il nuovo coronavirus possa essere diffuso all'uomo attraverso l'uso di piscine o vasche idromassaggio».

Ma che «è comunque sempre consigliabile assicurarsi del  corretto funzionamento ed effettuare un’adeguata manutenzione e disinfezione (ad esempio con cloro e bromo) di piscine e di vasche idromassaggio». E ancora: «Poiché la trasmissione del virus avviene tramite le goccioline respiratorie è sempre consigliabile mantenere la distanza di un metro tra una persona e l’altra».

Pfizer ai minorenni - Rasi è fiducioso anche sulla possibilità che l'Ema, l'agenzia del farmaco europea, approvi presto Pfizer per la fascia d'età 12-15 anni. «È già stato approvato dalla Fda in America e sarà approvato sicuramente all'Ema», il cui via libera è atteso per il 28 maggio. Allargare la vaccinazione ai giovanissimi «è fondamentale – sottolinea ad Agorà su Rai3 il microbiologo dell'università Tor Vergata di Roma – perché fa parte del secondo pilastro della gestione della pandemia». Quale? Stroncare «i punti di possibile diffusione» maggiore dell'infezione da Sars-CoV-2, che significa agire su le persone «che girano molto, che hanno la massima mobilità». E quella «dai 12 ai 30 anni è la popolazione che ha il massimo della mobilità. Iniziare a vaccinare loro diventa importante anche per settembre».

Via le mascherine - A luglio si potranno togliere le mascherine secondo Rasi. Con il «50% di vaccinati» contro Covid-19 in Italia «ci arriviamo a fine giugno. Quindi, considerando che dopo 20 giorni si stima che una persona è completamente immunizzata, per fine luglio veramente all'aperto» delle mascherine «se ne potrà fare a meno». Invece «al chiuso, in situazioni particolari, forse sarà meglio continuare a tenerle». Seconda dose vaccino in vacanza? Per l'ex direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco Ema si può fare. Ma per tradurre la teoria in pratica, però, «le Regioni dovrebbero sedersi al tavolo fra loro e con il commissario» all'emergenza Covid per ragionare sulla «movimentazione dei vaccini», perché «la macchina logistica deve portarli dove servono».

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