I farmaci che vengono utilizzati oggi per curare chi è affetto dal Covid-19 sono tutti sperimentali. Non esistono dunque ancora terapie prodigiose, ma solo trattamenti la cui efficacia si sta ancora testando. È questo il caso per esempio del Favipiravir (Avigan), un antivirale usato in Giappone per trattare nuovi ceppi influenzali, la cui sperimentazione in Italia partirà dal Veneto.
Coronavirus, Scontro Sgarbi-Pregliasco sull'Avigan a Non è l'Arena. Il virologo sbotta: «Sei un irresponsabile»
Coronavirus, negli altri Paesi crescita contagi più veloce che in Italia: impennata in Spagna e Usa
Per quanto riguarda altri trial, sia quelli in corso sia quelli futuri - come ha fatto sapere il presidente dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, Domenico Mantoan - già nel giro di un mese si potranno avere «le prime indicazioni sull'efficacia clinica dei farmaci». Per la sperimentazione italiana, saranno comunque individuate «dal Comitato etico le modalità con cui i pazienti potranno aderire».
Intanto, per curare le persone già contagiate, come spiega Claudio Mastroianni, direttore della clinica malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma, oggi si utilizzano farmaci che «quantomeno tendono ad arrestare la progressione della malattia e poi farmaci che possono evitare l'intubazione e quindi il ricovero in terapia intensiva. Si tratta di antivirali che - spiega - già utilizzavamo per altre malattie, tipo quelli usati contro il virus dell'hiv, anche se un trial clinico ha dimostrato che con questa terapia non c'è un grosso vantaggio sulla mortalità. Il problema vero è che però ancora mancano i dati che quantificano il grado di replicazione virale».
IMMUNIZZANTI
Per i pazienti più gravi, serve poi il supporto con ossigenoterapia. Il modo più sicuro per curare i contagiati è comunque intervenire il prima possibile, per cercare di abbattere più precocemente possibile la carica virale, proprio subito dopo il contagio, quando compaiono i primi sintomi. «La cura essenziale per controllare la malattia restano comunque ancora oggi isolamento e quarantena. Se riusciamo a rallentare il contagio, abbiamo più tempo per trovare una cura. Se arrivano tutti i malati all'improvviso, non c'è il tempo di organizzare anche delle sperimentazioni serie».
Intanto, la Regione Lazio e il Policlinico Gemelli di Roma stanno lavorando a «una importante sperimentazione di un test rapido», i cui risultati saranno disponibili in settimana. «In caso di esito positivo - fanno sapere dagli uffici di via Cristoforo Colombo - verrà somministrato innanzitutto agli operatori del Servizio sanitario regionale da mercoledì. A oggi il 20 per cento dei tamponi effettuati sono stati somministrati al personale sanitario: oltre 2.600».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout