Coronavirus, il caso piscine: ecco perché sono sicure (ma corsi per bimbi a porte chiuse)

Coronavirus, il caso piscine: ecco perché sono sicure (ma corsi per bimbi a porte chiuse)
di Lorena Loiacono
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Sabato 7 Marzo 2020, 13:09 - Ultimo aggiornamento: 16:35

Sport sì, sport no: il coronavirus sta mandando in tilt anche gli atleti. Ci sono palestre che chiudono e altre che mettono all’entrata il dispenser del disinfettante per le mani e si va avanti.
Maurizio Barbieri, professore della Sapienza delegato del Rettore allo sport e direttore del centro servizi Sapienza Sport, le famiglie non sanno come muoversi e stanno disertando i centri sportivi: lo sport si può praticare sì o no?

«All’aria aperta sicuramente sì, ma devono essere rigorosamente seguite le indicazioni di sicurezza all’interno degli spogliatoi e questo vale per tutti gli impianti e gli sport, anche quelli al chiuso. Sempre nel rispetto delle regole della distanza, non possono essere praticati ad esempio gli sport di contatto».

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Quali sono?

«Faccio un esempio: la Federazione rugby ha chiuso qualsiasi attività perché è previsto il contatto fisico, anche negli allenamenti. E’ uno sport di contatto quindi è inevitabile che venga fermato».

Perché le piscine invece restano aperte?

«Innanzitutto perché il nuoto non è uno sport di contatto. Poi incide anche la particolarità dell’ambiente delle piscine»

Per la presenza del cloro?
«Diciamo di sì. Il cloro da sempre viene considerato un elemento in grado di garantire la non diffusione di un virus. Lo stesso discorso vale per le temperature che si raggiungono in acqua, tra i 27 e i 29 gradi, e quelle esterne all’acqua sui 23-24 gradi».

Una temperatura primaverile- estiva, con la quale secondo gli esperti il coronavirus potrebbe sparire?

«Purtroppo, questo va specificato, del nuovo coronavirus non sappiamo molto. Avevamo certezze che poi sono state superate. Quindi anche l’idea del cloro e dell’alta temperatura potrebbe essere sfatata. Contro gli altri virus, comunque, fino ad oggi il cloro ha funzionato».

Negli spogliatoi?

«Vige la regola generale, prevista dal Dpcm: la distanza di sicurezza deve essere rispettata».

I genitori entrano?

«Ad assistere alla lezione no. Possono entrare negli spogliatoi ma solo per i minuti strettamente necessari per cambiare i bambini più piccoli, sempre nel rispetto numerico della capienza prevista».

Le gare si stanno svolgendo?

«Sì, nel nuoto attualmente sono consentite le competizioni: ovviamente anche in questo caso a porte chiuse, vale a dire che i genitori restano fuori»

C’è molta attenzione?
«Le piscine sono gestite in buona parte da istruttori e assistenti bagnanti che fanno parte della Federazione Nuoto, quindi devono rispondere alle direttive in maniera molto attenta»»

Ma come si riesce a controllare presenze?
«Porto l’esempio degli impianti sportivi della Sapienza: per la piscina abbiamo ridotto la capienza perché negli spogliatoi va garantita la distanza. In generale abbiamo 4 mila iscritti e dobbiamo gestire il rapporto numerico. Manteniamo il controllo diretto degli studenti iscritti in base alle norme previste: abbiamo quindi contingentato l’ingresso nelle sale al chiuso al 50% della capienza massima»

Gli ambienti sono puliti a dovere?
Sì, devono essere più punti rispetto al normale. I passaggi delle pulizie sono stati infatti intensificati: si fanno ogni due ore per evitare che ci possa essere diffusione dei batteri. Generalmente sono due o tre passaggi al giorno”.

Gli altri sport verranno disertati?

«Ripeto: lo sport all’aria aperta si può praticare serenamente, evitando il contatto fisico. Il Calcio a 5 ad esempio, alla Sapienza va avanti: ci giocano 3mila studenti».

Come vi organizzate?
Ad oggi abbiamo deciso di tenere aperto un campo sì e un campo no, sono alternati anche gli orari proprio per garantire che non ci sia sovraffollamento negli spogliatoi
». Lorena Loiacono

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