Zone rosse locali contro le varianti. Spostamenti tra regioni ancora vietati? Ecco cosa accadrà

Zone rosse locali contro le varianti. Spostamenti tra regioni ancora vietati? Ecco cosa accadrà
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 3 Febbraio 2021, 22:29 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 20:04

Zone rosse a livello locale per bloccare l’espansione delle varianti del coronavirus; potenziamento delle ricerche e del sequenziamento. Sono le due indicazioni del Ministero della Salute, al termine della convocazione straordinaria della Cabina di regia di cui fa parte anche l’Istituto superiore di sanità. Oggetto: le varianti del coronavirus che si stanno diffondendo anche in Italia e stanno alimentando la ripartenza del contagio. Si rischia una nuova stretta e non solo per lo stop ai viaggi internazionali su cui si è già intervenuti (bloccati i voli per il Brasile) e una possibile proroga al divieto di spostamenti tra Regioni. Se i segnali che stanno arrivando di graduale diffusione delle varianti inglesi e brasiliani, che corrono molto più velocemente del ceppo originario, saranno confermati dai dati delle prossime ore, potranno rendersi necessarie misure più severe.

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Ad oggi due Regioni, in particolare, preoccupano: Abruzzo, dove gli ospedali cominciano ad essere in affanno, e Umbria, dove c’è un anomalo incremento dei contagi.

Ad oggi l’Istituto superiore di sanità ha già rilevato tre casi di contagio attribuibile alla variante brasiliana in Abruzzo e due in Umbria. Il ragionamento è lo stesso fatto per altre varianti, soprattutto l’inglese, quella che si sta diffondendo più rapidamente in Europa: è più contagiosa, si trasmette più facilmente, dunque la presenza di queste varianti potrebbe essere all’origine delle anomalie di Abruzzo e Umbria. Non solo: guardando ciò che sta succedendo nel resto dell’Europa, un esempio per tutti il Portogallo, che nelle ultime due settimane ha avuto una incidenza di nuovi casi cinque volte superiore a quella dell’Italia, c’è la preoccupazione reale che l’alta marea stia arrivando anche nel nostro Paese. Anche perché, ha raccontato il virologo Francesco Broccolo, dell’università di Milano Bicocca, c’è i test antigenici rapidi non riconoscono le varianti di Sars-CoV-2: «Per identificare e tracciare le varianti è necessario fare i molecolari. È sul tampone molecolare ad alta carica che si possono ricercare le nuove varianti con il sequenziamento». 

Secondo il professor Massimo Ciccozzi, del Campus Bio-Medico, uno degli specialisti più importanti in tema di sequenziamento, «è probabile che la variante inglese, con il tempo, vada a soppiantare il virus originario; abbiamo solo un modo per difenderci, oltre alle misure di prevenzione: accelerare il piano vaccinale». A completare il quadro, che ha causato la riunione straordinaria della cabina di regia, a cui seguirà domani un approfondimento del Comitato tecnico scientifico, alcuni segnali: in Abruzzo 449 nuovi casi, il dato più alto del 2021 e tra i più alti degli ultimi due mesi; il Covid Hospital di Pescara non ha più posti liberi, i pazienti vengono mandati all’Aquila, molti gli accessi ai pronto soccorso. In Umbria la professoressa Daniela Francisci, direttore di Malattie infettive dell’ospedale di Perugia, osserva: la presenza della variante brasiliana potrebbe spiegare l’anomalo aumento dei casi. Infine, ieri notizie preoccupanti anche dalla Lombardia: a Varese individuato il primo caso di variante sudafricana, a Mantova e Crema quattro dell’inglese senza contatti diretti con la Gran Bretagna.

 

VIGILANZA


Per questo il direttore Prevenzione del Ministero della Salute, il professor Gianni Rezza, è estremamente attento all’evolversi della situazione e all’incremento delle segnalazioni delle varianti. L’altro giorno ha diffuso una circolare in cui disponeva alcune misure di prevenzione: proroga delle quarantene, potenziamento del tracciamento quando si è di fronte al sospetto di nuove varianti. Fino ad oggi i dati giornalieri dei contagi testimoniano una sostanziale tenuta, l’effetto delle riaperture delle scuole e del ritorno in fascia gialla di molte Regioni, non si avverte. Ieri 13.189 nuovi casi, duemila in meno del mercoledì della settimana precedente, dunque apparentemente è un numero incoraggiante, così come quello che registra la diminuzione dei ricoveri (- 315 rispetto al giorno precedente). Ma resta alto il dato dei decessi per Covid-19, 477. E soprattutto ciò che è stato visto in Umbria e in Abruzzo fa temere che qualcosa stia succedendo, c’è il rischio di intervenire troppo tardi, quando le varianti, insidiose perché molto più veloci, saranno già fuori controllo.

 

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