Vulvodinia, da malattia un tempo considerata "immaginaria" alla notevole diffusione nella popolazione femminile. La consapevolezza, però, ha fatto fare passi da gigante anche all'Italia, per quanto riguarda diagnosi e cure. La vulvodinia è una patologia che negli USA, addirittura, affligge 1 donna su 6. In Italia è divenuto famoso il caso di Giorgia Soleri, fidanzata di Damiano dei Maneskin, che ne ha parlato diffusamente sui social e nelle interviste. Senza considerare i dati sommersi, si ipotizza che anche in Italia, il 15% della popolazione femminile possa soffrire di vulvodinia, una malattia considerata “immaginaria” fino a pochissimi anni fa. Una problematica invalidante, oltretutto, che colpisce un’ampia fascia d’età compresa tra i 14 e i 68 anni e di cui, ancora adesso, non se ne parla abbastanza. «Fortunatamente, oggi, dopo il Q-Tipe Test, un esame specifico della vulva e una valutazione approfondita del muscolo pelvico, in poco più di mezz’ora siamo in grado di diagnosticare il problema e soprattutto di prospettare una terapia alle mie pazienti, le quali troppo spesso arrivano da me demotivate e fortemente provate psicologicamente perché incomprese e sfiduciate dai vani tentativi di cura proposti loro negli anni», spiega la dottoressa Rosanna Palmiotto che ha dedicato i suoi studi ad approfondire la natura di questa patologia, da cui lei stessa è stata affetta da giovanissima e per la quale è considerata una antesignana nelle cure. «E’ un grande traguardo perché, fino ad ora, questa malattia veniva diagnosticata, in media, con quattro anni e mezzo di ritardo».
Vulvodinia, i sintomi
Caratterizzata da svariati sintomi come bruciore vaginale, infiammazione frequente e dispareunia, ossia dolore durante il rapporto sessuale, la vulvodinia è una malattia invalidante che compromette la vita personale e affettiva di molte donne.
Le cause della malattia
«Sulle malattie di genere – secondo la Palmiotto - c’è ancora troppa chiusura mentale, come dimostra la bassissima presenza di medici specializzati sulla vulvodinia, una malattia da cui è però urgente e importante sapere che si può guarire, grazie a un approccio medico multidisciplinare e personalizzato che coinvolge diverse figure, a seconda dei casi: ginecologo, osteopata, sessuologo, psicologo e posturologo. Le cause di questa patologia possono essere infatti molteplici e risalgono quasi sempre all’infanzia: attività fisica che ha contratto il muscolo pelvico, ferite emozionali derivanti da abusi sessuali che hanno generato una chiusura del pavimento pelvico e molte altre casistiche che richiedono cure diverse a seconda della genesi del problema». Come capire se si è guariti dalla vulvodinia? Quando si ricomincia ad avere una vita sessuale serena e quando problemi come bruciore per aver semplicemente accavallato le gambe, sono soltanto un lontano e brutto ricordo. «Mi batterò affinché questa malattia ancora troppo invisibile, ma certo non immaginaria, sia non solo riconosciuta con immediatezza dai miei colleghi ma anche affinché le proposte di legge portate in Parlamento tra marzo e aprile, inseriscano la vulvodinia nella lista delle malattie croniche e invalidanti, riconosciute dal Servizio Sanitario Nazionale», conclude la dottoressa Palmiotto.
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