Variante Omicron, sintomi, contagiosità, diffusione: le risposte di infettivologi e virologi. «Più veloce di Delta»

Sintomi, contagiosità, diffusione: le risposte di infettivologi e virologi

Variante Omicron, sintomi, contagiosità, diffusione: le risposte di infettivologi e virologi. «Più veloce di Delta»
di Graziella Melina
4 Minuti di Lettura
Sabato 27 Novembre 2021, 01:06 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 11:22

«La campagna vaccinale anti-Covid deve essere la più estesa possibile, solo così potremo evitare che il virus circoli, continui a replicare e muti». L’appello a proteggersi dal Sars-Cov2, prima che la variante sudafricana possa cambiare le carte in tavola, arriva da tre dei massimi esperti scientifici: Francesco Menichetti, ordinario di malattie infettive dell’Università di Pisa e direttore di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera pisana, Mauro Pistello, vicepresidente della Società italiana di Microbiologia e tra i fondatori della rete di sequenziamento dell’Istituto Superiore di Sanità e Massimo Andreoni, direttore di Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali). I tre studiosi hanno collaborato per rispondere alle domande del Messaggero sulla nuova variante Omicron.


COSA SAPPIAMO DELLA VARIANTE  SUDAFRICANA?


Per il momento i dati sono ancora provvisori.

Dalle segnalazioni emerse finora possiamo presumere che sia maggiormente diffusiva, quindi contagiosa, ma non sappiamo se sia più letale.


CHE CARATTERISTICHE HA?

Non esistono ancora studi rilevanti. Dalle segnalazioni attuali, che andranno poi verificate dalla comunità scientifica, questa variante presenta 32 mutazioni sulla proteina Spike, ossia il punto di aggancio del virus con le cellule, ma soprattutto il punto di attacco degli anticorpi naturali e di quelli prodotti dai vaccini. Evidentemente il virus si sta modificando proprio in quelle porzioni per cui si sente più attaccato dalla risposta immunitaria del soggetto. Se la proteina Spike si modifica in modo significativo, si può verificare il fenomeno della cosiddetta immuno-escape, ossia un calo di efficacia degli anticorpi naturali e di quelli indotti dal vaccino. 


QUALI SONO I SINTOMI  PIÙ COMUNI  PER RICONOSCERLA?

Al momento non ci sono segnalazioni che facciano riferimento a sintomi specifici. Non dimentichiamo che, in realtà, seppure esistano delle caratteristiche prevalenti, molto spesso i disturbi sono legati ai singoli casi e non dipendono dalle varianti.


COME MAI SI È FORMATAQUESTA NUOVA VARIANTE?

Il virus evolve naturalmente e si adatta a una nuova situazione, se non si vuole estinguere ed essere eliminato. Di fatto è un percorso che è inevitabile e che è appunto insito nella natura del virus. Le varianti si possono generare all’interno di una lotta di sopravvivenza tra il virus e l’immunità che in qualche modo cerca di sconfiggerlo. Questo processo si può avere ovviamente in natura oppure può accadere in una persona che ha sviluppato una immunità non particolarmente efficace. 

 


PERCHÉ VACCINARSI ORA È ANCOR PIÙ IMPORTANTE DI PRIMA? 

E’ fondamentale intensificare la profilassi a livello globale per impedire la circolazione del virus. Bisogna poi mantenere le misure di contenimento. In caso contrario, il virus continuerà a replicare e a diffondersi, creando nuove varianti, che potrebbero trasmettersi ai non vaccinati oppure ai vaccinati che non hanno risposto alla profilassi e sui quali l’infezione si può espandere moltissimo.


ANCHE IL VACCINATO, SE SI INFETTA, PUÒ DARE VITA A NUOVE VARIANTI?

Il vaccinato seleziona in qualche modo delle varianti che sono più resistenti, ma proprio perché è vaccinato la replicazione di questa variante all’interno dell’individuo immunizzato è molto più bassa. Quindi è più difficile che il vaccinato immunocompetente, ossia una persona non fragile, possa trasmettere il virus ad altri individui.

Video


È POSSIBILE CHE SIA GIÀ DIFFUSA ANCHE IN ITALIA?

Allo stato dei fatti non risulta. La situazione è sotto controllo. Certamente dobbiamo continuare a monitorare, perché presto o tardi arriverà anche da noi. Solo grazie ad un sistema ben avviato di monitoraggio genetico è possibile sequenziare una quota significativa di virus che vengono isolati quotidianamente col tampone nasofaringeo.


C’È IL RISCHIO CHE LA SUDAFRICANA SOPPIANTI LA DELTA?

La variante che è stata segnalata in questi giorni si è diffusa con una estrema rapidità, quindi ha una capacità di trasmissibilità superiore alla variante che attualmente sta circolando. Non possiamo però dire se soppianterà in tutte le parti del mondo le varianti presenti. Stando ai pochi dati finora disponibili sulla trasmissibilità, il rischio che arrivando in un paese diventi la variante dominante è molto forte. Ecco perché bisogna proteggere al più presto tutta la popolazione, inclusi i più piccoli, con la profilassi anticovid.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA