Varianti, quali le più contagiose e più a rischio reinfezioni? Alfa, Beta, Delta e Gamma: pericoli ed efficacia vaccino, cosa sappiamo (e cosa no)

Varianti Covid, dalla Alfa alla Gamma: trasmissibilità, pericoli ed efficacia vaccino. Cosa sappiamo (e cosa no)
di Simone Pierini
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Mercoledì 9 Giugno 2021, 16:39 - Ultimo aggiornamento: 20:50

Dalla variante Alfa alla variante Gamma passando per la Beta e la Delta: dalla più contagiosa alla più a rischio reinfezione. Sono i nuovi nomi indicati dall'Organizzazione mondiale della sanità per indicare le differenti mutazioni del virus Sars-Cov2. Per mesi sono state conosciute come variante inglese, brasiliana, sudafricana e l'ultima, quella attualmente più preoccupante, la variante indiana. Il sito del Ministero della Salute ha aggiornato le Faq Covid riguardo le caratteristiche, i pericoli e tutto ciò che c'è da sapere al riguardo di ognuna di loro. Punto focale anche l'efficacia dei vaccini (ma anche degli anticorpi monoclonali). 

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Ad oggi non ci sono prove che queste varianti causino malattie più gravi o rendano i vaccini attualmente impiegati meno efficaci.

Sono in corso approfondimenti di ricerca, in collaborazione con i partner internazionali, per capire meglio l'impatto delle mutazioni sul comportamento del virus e per garantire che vengano presi tutti gli interventi di salute pubblica appropriati.

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Cosa sono le varianti?

Quando un virus si replica o crea copie di se stesso a volte cambia leggermente. Questi cambiamenti sono chiamati "mutazioni" - spiega il Ministero sulle pagine delle Faq. Un virus con una o più nuove mutazioni viene indicato come una "variante" del virus originale. Finora sono state identificate in tutto il mondo centinaia di varianti di questo virus. L'OMS e la sua rete internazionale di esperti monitorano costantemente le modifiche in modo che, se vengono identificate mutazioni significative, l'OMS può segnalare ai Paesi eventuali interventi da mettere in atto per prevenire la diffusione di quella variante.

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Quali sono le più diffuse in Italia?

La variante insorta nel Regno Unito (cosiddetta variante Alfa) è diventata ormai la più prevalente nel nostro Paese ed è pari all'88% dei casi; è al 7,3% quella brasiliana in lieve aumento, la sudafricana rimane stabile, l'indiana circola ed è pari all'1% dei casi e la nigeriana è allo 0,8%. In tutte le regioni è dominante la variante inglese, ma ci sono focolai delle varianti indiane in alcune regioni rapidamente identificati e la nigeriana è presente nel centro Italia. I dati della nuova indagine flash dell'Istituto superiore di Sanità, insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, fotografano la situazione al 18 maggio.

TUTTE LE VARIANTI

Variante Alfa 

Variante VOC 202012/01, nota anche come B.1.1.7 identificata per la prima volta nel Regno Unito. Questa variante ha dimostrato di avere una maggiore trasmissibilità rispetto alle varianti circolanti in precedenza (trasmissibilità superiore del 37% rispetto ai ceppi non varianti, con una grande incertezza statistica, tra il 18% e il 60%). La maggiore trasmissibilità di questa variante si traduce in un maggior numero assoluto di infezioni, determinando, così, anche un aumento del numero di casi gravi.

Variante Beta 

Variante 501Y.V2, nota anche come B.1.351 identificata in Sud Africa. Dati preliminari indicano che, nonostante non sembri caratterizzata da una maggiore trasmissibilità, questa variante potrebbe indurre un parziale effetto di "immune escape" nei confronti di alcuni anticorpi monoclonali. Siccome potenzialmente questo effetto potrebbe interessare anche l'efficacia degli anticorpi indotti dai vaccini tale variante viene monitorata con attenzione.

Variante Gamma 

Variante P.1 con origine in Brasile. Gli studi hanno dimostrato una potenziale maggiore trasmissibilità e un possibile rischio di reinfezione. Non sono disponibili evidenze sulla maggiore gravità della malattia.

 

Variante Delta 

(Variante VUI-21APR-01, nota anche come B.1.617) rilevata per la prima volta in India.
Include una serie di mutazioni tra cui E484Q, L452R e P681R, la cui contemporanea presenza desta ragionevole preoccupazione per la potenziale maggiore trasmissibilità e il possibile rischio di reinfezione. Sono state riscontrate anche varianti appartenenti al ceppo indiano, quindi geneticamente correlate, ma sprovviste della mutazione E484Q.

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I vaccini sono efficaci?

I primi dati confermano che tutti i vaccini attualmente disponibili in Italia sono efficaci contro la variante Alfa del nuovo coronavirus (variante VOC 202012/01, nota anche come B.1.1.7).
Sono in corso studi per confermare l’efficacia dei vaccini sulle altre varianti.

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