Stella Kyriakides: «Vaccinazione anti Covid per tutti per arrivare all’immunità diffusa in Europa»

Stella Kyriakides
di Antonio Pollio Salimbeni
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Mercoledì 16 Dicembre 2020, 00:40 - Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 12:03

Con la decisione dell’Agenzia del farmaco di anticipare al 21 dicembre la valutazione del vaccino Pfizer/BionTech la prima autorizzazione del vaccino anti Covid-19 nella Ue dovrebbe arrivare già prima di Natale. Ed è probabile che i primi cittadini europei possano essere vaccinati prima della fine del 2020. In ogni caso la situazione è ancora molto grave, la guardia non va abbassata e va tenuta alta anche nella fase della vaccinazione (che sarà lunga). È questo il messaggio della commissaria Stella Kyriakides, responsabile per la Salute e la Sicurezza alimentare. Politica cipriota del partito Raggruppamento Democratico (aderente al Ppe), Kyriakides usa più volte i termini prudenza e cautela: «Va evitata la terza ondata». Sull’Italia dice: «La cooperazione è molto buona, il governo ha deciso misure forti: è importante che come tutti gli altri Stati sia preparata per le azioni chiave necessarie nei prossimi mesi». 


L’Europa si sta blindando, siamo alla terza ondata?
«La situazione è precaria: i contagi sono molto alti, ci sono troppi casi, troppe persone in cura intensiva, siamo in una situazione ancora molto grave.

Nell’ultima settimana nella Ue ogni 24 secondi una persona perde la vita a causa del Covid. Niente indica che le misure sanitarie e sociali possono cominciare a essere allentate, neppure nei Paesi in cui la pandemia sta diminuendo. Se allentassimo le misure prese troppo presto ci sarebbe una nuova escalation del virus»

Quanto durerà questa fase? 
«Dobbiamo essere ancora molto cauti e mantenere le misure decise, altrimenti avremo ancora più lockdown. Per fronteggiare il Natale e il passaggio all’anno nuovo è importante garantire la sicurezza sanitaria. Ci troviamo in una fase molto fragile».

Come giudica il coordinamento tra gli Stati, funziona?
«Negli ultimi mesi c’è effettivamente stato un coordinamento molto stretto tra gli Stati e uno degli effetti è stata una strategia per il vaccino condivisa, con le linee guida, le raccomandazioni: siamo nel mezzo della seconda ondata, solo se saremo prudenti potremo evitare la terza. Per questo vanno mantenute le misure che sono state decise per il tempo necessario. Dobbiamo essere cauti fino a quando non ci saranno le vaccinazioni. E dovremo esserlo anche durante le vaccinazioni». 

L’Agenzia del farmaco vuole vaccinare tutti gli europei entro il 2021: è possibile dopo i ritardi di AstraZeneca? 

«I tempi dipenderanno da quando i vaccini saranno disponibili, dalla campagna di vaccinazione a partire dalle fasce di popolazione critiche. Abbiamo un portafoglio di 6 potenziali vaccini (proprio per avere più possibilità) di cui due in fase di operatività veloce, sono sulla linea di autorizzazione quelli di Pfizer/BionTech e Moderna. Aspettiamo la valutazione dell’Ema: per il primo la decisione è stata anticipata al 21 dicembre, quindi spero che le vaccinazioni possano cominciare il più presto possibile, se non prima della fine dell’anno all’inizio del prossimo. Il tempo essenziale per salvare le persone. Ormai ci siamo, i vaccini sono all’orizzonte. Tuttavia occorre cautela perché dalla crisi sanitaria non si esce dall’oggi al domani, fino a quando non saranno vaccinati i cittadini in Europa e dappertutto nel mondo dovremo convivere con il virus. Occorre raggiungere almeno il 70% della popolazione per avere un livello di immunità sufficiente. Di qui l’importanza di mantenere gli sforzi per contenere la pandemia. Mi aspetto che almeno i primi mesi del 2021 dovremo continuare con le misure che abbiamo ora con tutti i noti comportamenti: distanze sociali, maschere, lavaggio mani. In ogni caso è chiaro che il 2021 sarà migliore del 2020». 

Che giudizio dà della linea seguita dal governo italiano?
«L’Italia ha condiviso con la Commissione la strategia di mitigazione della pandemia e per le vaccinazioni; c’è una cooperazione molto buona con il ministro Speranza, lavoriamo dall’inizio della pandemia insieme e conosciamo le difficoltà che ha dovuto fronteggiare il Paese. Il governo ha preso misure molto forti fin dall’inizio e la popolazione ha attraversato momenti difficili. Lavoriamo strettamente per monitorare la situazione e seguire la strategia per la vaccinazione. Sulla situazione in cui si trovano i diversi Stati non commento: penso sia importante essere consapevoli che tutti devono essere preparati nelle azioni chiave, dobbiamo sapere che viviamo tuttora in una crisi sanitaria senza precedenti, che la situazione epidemiologica cambia costantemente e rapidamente, come abbiamo visto negli ultimi due mesi con la seconda ondata».

 
La pandemia ha messo in luce le carenze della politica sanitaria nella Ue, non ci sono poteri comunitari sufficienti.
«In questi mesi abbiamo visto che cosa possiamo fare quando nella Ue si lavora uniti: dopo la fase in cui gli Stati chiudevano i confini, molto velocemente è stato a tutti chiaro che solo lavorando insieme sarebbe stato possibile contrastare il Covid-19. Si è realizzato che la Ue può avere un ruolo molto ampio, il coordinamento tra gli Stati è davvero a livelli senza precedenti. Senz’altro sulla sanità c’è bisogno di più Europa e lo spazio per agire c’è. Abbiamo proposto di creare una “unione della salute”: non possiamo fallire su questo. Vuol dire gestione transfrontaliera delle crisi sanitarie; risposta comune all’emergenza; rafforzamento dei poteri del Centro europeo per la prevenzione delle malattie e dell’Ema; strategia per il settore farmaceutico, pilastro dell’unione della salute che rimanda al tema dell’autonomia strategica della Ue. Tutte cose che possono essere realizzate con l’attuale Trattato senza definire nuovi equilibri istituzionali. Quanto alle competenze della Ue in questo campo, ne potremo discutere nel quadro della conferenza sul futuro dell’Europa, traendo le lezioni politiche del Covid-19».

Qual è il consiglio ai governi in questa difficile situazione?
«Per tutti gli Stati comunicare con la popolazione è estremamente importante. La fase attuale è difficile, ma i vaccini sono all’orizzonte. Dobbiamo mostrare pazienza, determinazione, capacità di resilienza fino a quando non potremo davvero lasciarci alle spalle la pandemia. E sulla sicurezza dei vaccini dobbiamo seguire le indicazioni scientifiche e non farci guidare dalla disinformazione, dalle fake news, da teorie cospirative: in fin dei conti non è il vaccino in sé che salva la vita, è la vaccinazione che ci salva».


E se i commissari europei fossero testimonial diretti della campagna?
«Posso rispondere per quanto riguarda me stessa: una volta che il vaccino sarà approvato e quando sarà il mio turno, rispettando le priorità stabilite, mi farò vaccinare. Il mio messaggio è: avere fiducia perché il vaccino sarà sicuro».

 

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