Vaccino, allarme degli oncologi: «Per pazienti fragili non estendere il richiamo. Non si sviluppa adeguata risposta»

Vaccino, allarme degli oncologi: «Per pazienti fragili non estendere il richiamo. Non si sviluppa adeguata risposta»
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Giovedì 6 Maggio 2021, 14:58 - Ultimo aggiornamento: 15:28

L'estensione dei tempi di richiamo dei vaccini a mRNA contro il Covid-19, allarma la Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi (Foce). L'allungamento delle tempistiche fra le due inoculazioni, comunicato nella circolare del comitato tecnico scientifico, impedirebbe ai pazienti oncologici di sviluppare un'adeguata risposta anticorporale: «La seconda dose del vaccino anti-Covid va fatta entro 21 giorni ai più fragili. Nei pazienti oncologici va rispettato l'intervallo di tre settimane», avvertono gli esperti. Le persone colpite da cancro, spiega infatti il presidente Foce Francesco Cognetti, «non sviluppano una adeguata risposta anticorpale dopo la prima somministrazione. Non devono, quindi, essere estesi i tempi per il richiamo».

 

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«Pur comprendendone gli obiettivi - spiega Cognetti - siamo molto preoccupati per la decisione del Comitato Tecnico Scientifico di estendere l'intervallo fra la prima e la seconda dose dei due vaccini anti Covid a mRNA da 21 e 28 giorni a 42 anche ai pazienti fragili.

I pazienti oncologici in trattamento attivo, in particolare, devono invece essere vaccinati con la seconda inoculazione entro 21 giorni. Le evidenze scientifiche infatti dimostrano che questi cittadini estremamente vulnerabili hanno meno probabilità rispetto alle persone sane di sviluppare una risposta anticorpale dopo la prima dose del vaccino prodotto da Pfizer (BNT162b2) e dovrebbero avere la priorità della seconda dose entro tre settimane».

 

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Cognetti, anche direttore dell'Oncologia Medica dell'Istituto Regina Elena di Roma, chiede dunque al Comitato Tecnico Scientifico e al Ministro della Salute, Roberto Speranza, che non venga applicata la circolare sull'estensione degli intervalli di immunizzazione anti Covid ai pazienti oncologici e, con ogni probabilità, anche a tutti coloro che sono considerati estremamente fragili.

 

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