Vaccino, Cognetti (federazione oncologi): «Subito i pazienti più fragili, loro non possono aspettare»

Vaccino, Cognetti (federazione oncologi): «Subito i pazienti più fragili, loro non possono aspettare»
di Barbara Carbone
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Martedì 15 Dicembre 2020, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 10:37

«Vaccinare prima gli 11 milioni di pazienti oncologici, ematologici e cardiologici, persone che non possono aspettare». È questo l'appello che la Federazione degli oncologi, ematologi e cardiologi (FOCE) insieme con oltre 600 associazioni di malati ha lanciato in una lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza. Non c'è più tempo.

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«Non possiamo permetterci di perdere pazienti magari giovani, già guariti dal cancro o reduci da patologie cardiologiche e con una prospettiva di vita normale solo perché in attesa del vaccino si sono contagiati» scrivono gli esperti. Per Francesco Cognetti, presidente di FOCE, questa è una battaglia di civiltà.


Professor Cognetti, in Italia i dati sui decessi per Covid sono preoccupanti. Come mai da noi si registrano più morti?
«I tassi di mortalità registrati nel nostro Paese sono drammatici.

Abbiamo superato anche il Regno Unito, i morti tra i contagiati sono il 3,5%. Seguono distaccati il Belgio con 2,9%, la Spagna con il 2,7 e la Francia con il 2,4% molto dopo la Germania con il 2%. Le cause di questa mortalità sono conosciute. Il nostro Servizio sanitario nazionale è in forte difficoltà. Se la sanità non è in grado di fornire risposte adeguate, ciò è dovuto ad un sottofinanziamento di anni riservato a questo comparto della spesa pubblica che distanzia l'Italia nel confronto europeo. Ci classifichiamo al quindicesimo posto a livello continentale per percentuale di Pil alla sanità. La media europea si attesta al 9,9% contro l'8,8% dell'Italia che, in realtà, è molto meno perché c'è da considerare un 2% circa di contributi dei cittadini italiani. Per ogni cittadino italiano lo Stato spende circa 2.500 euro all'anno contro gli 8.000 della Svizzera, i 4.400 dell'Olanda, i 4.200 della Germania e i 3.800 del Regno Unito. Nel 2017, nel nostro Paese, sono stati spesi 153 miliardi di euro per la sanità contro i 369 della Germania e 260 per la Francia».


Il Recovery Fund ha destinato 9 miliardi per la sanità. Potranno bastare?
«È una cifra che lascia increduli e sgomenti. Ne servirebbero almeno 60, come ha anche affermato il ministro Speranza anche perché non si parla più dei finanziamenti del Mes per la sanità. C'è bisogno di un'inversione di rotta. In Italia la sanità va radicalmente ripensata con nuovi e ingenti finanziamenti che consentano anche l'assunzione di personale medico e infermieristico. A tal riguardo, la Germania nel 2016 registrava 190 mila medici ospedalieri, la Francia 172 mila e l'Italia solo 129 mila. 9 miliardi sono nulla per rimettere in piedi il Ssn».


Foce ha denunciato un preoccupante rallentamento degli screening dovuti alla paura di contrarre il virus nelle strutture ospedaliere. Quanti controlli sono andati persi?
«Nei primi mesi di pandemia abbiamo perso 1 milione e 400mila esami fondamentali per la diagnosi precoce di neoplasie molto diffuse. Ma questo numero si è ormai alzato a dismisura perché gli screening sono ancora bloccati. Il rischio è che, in un futuro non lontano, scopriremo molte più neoplasie in fase avanzata. Tra l'altro, in questo periodo, sono saltati almeno il 30% degli interventi chirurgici, tra i quali 60.000 oncologici e si sono persi la metà degli infarti del miocardio in ospedale. Tutto ciò si tradurrà in un aumento di mortalità ben superiore alla mortalità da Covid».

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