«Vaccinare prima gli 11 milioni di pazienti oncologici, ematologici e cardiologici, persone che non possono aspettare». È questo l'appello che la Federazione degli oncologi, ematologi e cardiologi (FOCE) insieme con oltre 600 associazioni di malati ha lanciato in una lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza. Non c'è più tempo.
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«Non possiamo permetterci di perdere pazienti magari giovani, già guariti dal cancro o reduci da patologie cardiologiche e con una prospettiva di vita normale solo perché in attesa del vaccino si sono contagiati» scrivono gli esperti. Per Francesco Cognetti, presidente di FOCE, questa è una battaglia di civiltà.
Professor Cognetti, in Italia i dati sui decessi per Covid sono preoccupanti. Come mai da noi si registrano più morti?
«I tassi di mortalità registrati nel nostro Paese sono drammatici.
Il Recovery Fund ha destinato 9 miliardi per la sanità. Potranno bastare?
«È una cifra che lascia increduli e sgomenti. Ne servirebbero almeno 60, come ha anche affermato il ministro Speranza anche perché non si parla più dei finanziamenti del Mes per la sanità. C'è bisogno di un'inversione di rotta. In Italia la sanità va radicalmente ripensata con nuovi e ingenti finanziamenti che consentano anche l'assunzione di personale medico e infermieristico. A tal riguardo, la Germania nel 2016 registrava 190 mila medici ospedalieri, la Francia 172 mila e l'Italia solo 129 mila. 9 miliardi sono nulla per rimettere in piedi il Ssn».
Foce ha denunciato un preoccupante rallentamento degli screening dovuti alla paura di contrarre il virus nelle strutture ospedaliere. Quanti controlli sono andati persi?
«Nei primi mesi di pandemia abbiamo perso 1 milione e 400mila esami fondamentali per la diagnosi precoce di neoplasie molto diffuse. Ma questo numero si è ormai alzato a dismisura perché gli screening sono ancora bloccati. Il rischio è che, in un futuro non lontano, scopriremo molte più neoplasie in fase avanzata. Tra l'altro, in questo periodo, sono saltati almeno il 30% degli interventi chirurgici, tra i quali 60.000 oncologici e si sono persi la metà degli infarti del miocardio in ospedale. Tutto ciò si tradurrà in un aumento di mortalità ben superiore alla mortalità da Covid».