Vaccino AstraZeneca, da martedì dosi ai 55enni: cosa dice il piano, ma ogni Regione fa da sola

Vaccino AstraZeneca, da martedì dosi ai 55enni: cosa dice il piano, ma ogni Regione fa da sola
di Mauro Evangelisti
5 Minuti di Lettura
Sabato 6 Febbraio 2021, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 19:37

Il vaccino di AstraZeneca sta arrivando, ma le Regioni non sono pronte e non sanno a chi somministrarlo. Nel piano vaccinale dell'Italia alcune cose non tornano. Oggi, con qualche giorno di anticipo, saranno consegnate le prime 249.600 dosi del vaccino sviluppato da Oxford. Alcuni punti fermi: l'Aifa (agenzia italiana per il farmaco) ha suggerito di usarlo solo su soggetti sani, di età compresa tra i 18 e i 55 anni; il Ministero della Salute e il commissario Domenico Arcuri hanno stilato una lista di categorie di persone, dagli insegnanti alle forze dell'ordine, a cui somministrare quelle dosi.

Via libera Ema ad AstraZeneca dai 18 anni

Illusione


Bene, visto che velocizzare la vaccinazione è importantissimo per la salute degli italiani, per salvare molte vite, ma anche per fare ripartire l'economia, ti aspetti se non domenica, già lunedì di vedere in coda migliaia di italiani nei centri vaccinali: i primi insegnanti o poliziotti di 55 anni che, come in una catena di montaggio, o più correttamente come succede in Israele, vengono vaccinati senza sosta. Macché: la vicepresidente della Lombardia, Letizia Moratti, l'altro giorno addirittura ha detto che si comincerà solo «tra il 25 e il 28 febbraio visto che le distribuzioni partiranno tra l'8 e il 15 febbraio». Con calma. Ti aspetti anche che le liste dei nomi e cognomi di chi ha diritto alla vaccinazione (sulla base dei limiti di età e della professione svolta) siano già pronte e che i diretti interessati siano già stati tutti avvertiti. Ti aspetti, infine, che più o meno in tutta Italia sarà usato lo stesso metodo. Non è così. Ogni giorno un presidente di Regione si sveglia e presenta un piano vaccinale differente. E naturalmente ancora le liste e gli appuntamenti non ci sono. «Categorie, tra gli under 55, con priorità per AstraZeneca? Ad oggi ci sono solo delle slide di Arcuri, non c'è un provvedimento» dice un esperto. Se è vero che entro due settimane arriveranno in totale 1 milione di dosi di AstraZeneca, c'è il rischio che ci siano prima i vaccini delle persone a cui iniettarli. Il Lazio, ad esempio, proprio perché non si fida molto della burocratizzazione delle categorie, ha deciso di procedere per fasce di età. Si comincia dalla classe 1966, si prosegue con quella 1967. Lo chiamano metodo Israele e per salvare le apparenze, rispetto alle indicazioni del Ministero, la Regione fa sapere che all'interno delle classi di età comunque avranno precedenza le categorie come insegnanti, forze dell'ordine o autisti dei mezzi pubblici. Comunque la filosofia, per non perdere troppo tempo a stilare delle liste, è esaurire tutti i cittadini di una fascia di età, prima di passare a quella precedente. Altro problema: dove mi prenoto? Qui l'Italia paga il complicato coinvolgimento dei medici di base.

Sulla carta c'è un pre-accordo con il Ministero della Salute, nella pratica c'è ancora confusione. Torniamo nel Lazio: meno della metà dei medici di base (1.600 su 4.000) ha accettato di partecipare. Dunque, il 55enne se è fortunato contatta il suo medico di famiglia perché è tra quelli che hanno aderito e, quando è il suo turno, va a vaccinarsi con AstraZeneca. In caso contrario, la prossima settimana si collegherà al sito della Regione per prenotare l'appuntamento. E nelle altre Regioni la situazione è pure più ingarbugliata. Se il Lazio l'8 febbraio comincia a vaccinare gli ultra ottantenni (sempre previa prenotazione on line) con Pfizer-BioNTech e Moderna, altre regioni partiranno perfino più tardi.

Vaccino, mappa e calendari: reazioni avverse per 7mila pazienti su 1,5 milioni di dosi
Andamento lento 


Fino all'altro giorno Marche e Calabria non avevano ancora una data ufficiale per l'avvio della vaccinazione degli over 80. Ieri il presidente facente funzioni della Calabria, Nino Spirlì, ha annunciato che è stato raggiunto un accordo con i medici di base. Ma ha poi candidamente aggiunto: «Adesso c'è solo da organizzare la distribuzione dei vaccini in modo tale che possano arrivare negli ambulatori pronti per essere utilizzati». In sintesi: la data di quando parte l'inoculazione degli over 80 non c'è, mentre restano le incognite della scelta di portare un vaccino, che deve restare a meno 70 gradi, negli studi medici. Nelle altre regioni analoga incertezza: in Sicilia non si eccelle in velocità e ieri è stato annunciato che si comincerà nella terza settimana di febbraio, in Lombardia addirittura aspetteranno il 24 febbraio; in Abruzzo si raccolgono le prenotazioni fino al 28 febbraio, ma quando si comincia a vaccinare ancora non si sa; anche in Molise c'è incertezza. La lista sarebbe lunga, ma la sintesi è semplice: non solo che ogni Regione sta andando per conto proprio, ma presto la giustificazione del taglio delle consegne delle dosi, da parte delle compagnie farmaceutiche, sarà fragile. Torna alla mente la dichiarazione del professor Walter Ricciardi al Messaggero: «Con le vaccinazioni fino ad oggi abbiamo giocato all'oratorio, ora bisognerebbe passare alla Champions League».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA