Vaccino Astrazeneca: rifiutate centinaia di migliaia di dosi in Europa. L'accusa: «E' di seconda classe». Ma Ema rassicura

Astrazeneca: rifiutate centinaia di migliaia di dosi in Germania. Ema: «No controindicazioni, ok anche per over 80»
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Venerdì 26 Febbraio 2021, 12:17 - Ultimo aggiornamento: 16:07

Centinaia di migliaia di dosi di vaccino Astrazeneca sono state rifiutate in Europa perchè il siero di Oxford sarebbe ritenuto dagli europei un "vaccino di seconda classe" rispetto a quello prodotto da Pfizer-BioNtech. Ma l'Ema rassicura: «Astrazeneca non ha controindicazioni ed è efficace in tutte le fasce d'età».

In particolare in Germania, secondo quanto riportano i dati raccolti dall'autorità sanitaria pubblica, a due settimane dall'arrivo della prima consegna di 1,45 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca, solo 270.986 sono state effettivamente somministrate. Molti tedeschi, inclusi gli operatori sanitari, non si presentano infatti agli appuntamenti o si rifiutano di prenotare il vaccino AstraZeneca poiché ritenuto meno efficace del vaccino Pfizer-BioNTech.

Gli studi clinici suggeriscono che l'efficacia di quest'ultimo, al 95 percento, è superiore a quella di AstraZeneca, che è invece compresa tra il 60 e il 90%, a seconda di diversi fattori, come il tempo che intercorre tra le due dosi.  

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«Il punto è che abbiamo un prodotto di fabbricazione tedesca che è il leader di mercato, ma non siamo in grado di ottenerlo», ha detto al New York Times Michael Breiden, infermiere notturno 53enne in un ospedale psichiatrico nello stato occidentale del Nord Reno-Westfalia. Ma il rifiuto del vaccino AstraZeneca è un fenomeno molto più ampio nel paese, alimentato da settimane di negativa considerazione fornita dai media tedeschi, che lo hanno descritto come "di seconda classe", citando il suo tasso di efficacia inferiore rispetto a Pfizer-BioNTech e riportando storie di persone che soffrono di reazioni post iniezione.

Il rifiuto del vaccino AstraZeneca ha causato ritardi in una campagna di vaccinazioni di massa che era già alle prese con ostacoli burocratici e logistici. Aumentano le preoccupazioni circa l'aumento dei nuovi casi di infezione da Covid nel Paese, a cui si aggiunge il rischio della mancata immunizzazione di un numero sufficiente di persone per ritornare alla vita normale.

 

Ma ad essere molto diffuso in Germania è, più in generale, uno scetticismo su tutti i vaccini, a prescindere dalla loro casa di produzione. Secondo un sondaggio della Fondazione Bertelsmann, un terzo dei tedeschi afferma che non si vaccinerebbe a prescindere. Oltre ad AstraZeneca, la Germania sta somministrando ad oggi anche il vaccino prodotto dall'azienda americana Moderna che ha un'efficacia complessiva del 94,5%.

Il vaccino di AstraZeneca ha generato titoli negativi in ​​Germania da gennaio, quando la società ha affermato che avrebbe ridotto in modo significativo le consegne programmate nell'Unione europea. La commissione tedesca per i vaccini aveva raccomandato, alcuni giorni prima che venissero somministrate le prime dosi, che l'iniezione di AstraZeneca fosse somministrata solo agli adulti fino ai 65 anni, citando la mancanza di dati sufficienti sulla sua efficacia nelle persone anziane, consiglio seguito dal governo della cancelliera Angela Merkel. Successivamente diversi ospedali sono stati costretti a sospendere temporaneamente la somministrazione di iniezioni di AstraZeneca dopo che un certo numero di persone si è ammalato il giorno dopo le vaccinazioni per le normali reazioni al vaccino.

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L'Organizzazione mondiale della sanità, i principali virologi tedeschi, il ministro della salute e la premier Merkel, hanno però difeso il vaccino Astrazeneca come sicuro. Dati recenti sull'uso del vaccino in Scozia, inoltre, hanno dimostrato che il vaccino AstraZeneca, anche dopo una dose, potrebbe ridurre il rischio di ricoveri ospedalieri di circa il 94%.

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Quattro dosi su cinque del vaccino AstraZeneca consegnate ai Paesi Ue non sono ancora state utilizzate. È quanto rivela il Guardian, che ha condotto una propria indagine sull'impiego nei Paesi dell'Unione del vaccino sviluppato dall'azienda farmaceutica anglo-svedese in collaborazione con l'Univesità di Oxford. Analizzando i dati dell'European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) e di altre fonti ufficiali, si stima che 4.849.752 dosi delle 6.134.707 distribuite tra i 27 Paesi Ue debbano ancora essere somministrate. Tracciando alcuni esempi, suscettibili di qualche margine di errore a causa della tempistica nella raccolta dei dati, il Belgio ha ricevuto 201.600 dosi di AstraZeneca e ne ha somministrate appena 9.832; La Bulgaria ha ricevuto 117.600 dosi e ne ha somministrate 2.035 (1.73%); un pò meglio, in percentuale, ha fatto l'Italia, che secondo i dati Ecdc ha ricevuto 499.200 dosi di Astrazeneca e ne ha somministrate 96.621 (19%).

La Francia non ha fornito all'Ecdc i dati sulle somministrazioni di Astrazeneca, ma secondo quanto rilevato dal sito Covidtracker.fr, si stima che su 1.137.600 dosi ricevute ne siano finora state impiegate appena 125.859 (11%). Un fattore significativo di questa situazione potrebbe essere la decisione delle autorità di Francia, Germania, Italia e Polonia di raccomandare il vaccino Astrazeneca solo per le persone di età inferiore ai 65 anni e l'incapacità logistica di destinare il vaccino a classi di età più giovani. Un altro fattore potrebbe essere anche la riluttanza di molti cittadini a farsi somministrare il vaccino Astrazeneca, dopo la campagna di stampa che ne ha messo in discussione la sicurezza e l'efficacia. Come ha ammesso la stessa cancelliera tedesca Angela Merkel in un'intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, tra gli europei c'è un «problema di accettazione» del vaccino anglo-svedese.

Ema: no controindicazioni anche per over 80 

Per il vaccino anti-Covid di AstraZeneca, «al momento siamo in attesa di uno studio che dovrebbe essere completato a giorni negli Stati Uniti e da qui potrebbero esserci ulteriori prove di efficacia. Stanno già cominciando a uscire dei lavori che dicono che l'efficacia è buona, plausibilmente superiore alla stima molto conservativa che si è fatta nella scheda tecnica del vaccino, cioè attorno al 60%. Sarà dunque più di questa percentuale ed è un vaccino ottimo per contenere la pandemia. È un vaccino che può essere usato in tutti i pazienti adulti dai 18 anni in su. E quindi anche nelle fasce anziane». Anche over 80? «Non c'è nessuna controindicazione». A chiarirlo è stato Armando Genazzani, rappresentante italiano nel comitato tecnico Chmp dell'Agenzia europea del farmaco Ema, ai microfoni di "24Mattino" su Radio24.

Il fatto che il prodotto scudo di AstraZeneca possa essere usato anche nelle fasce anziane, ricorda l'esperto che è anche docente di Farmacologia all'università del Piemonte Orientale, «lo dice sia l'autorizzazione di Ema che quella dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa. Poi, essendo la gravità di Covid principalmente legata all'età, avendo a disposizione più vaccini e dovendo organizzare diversamente anche la distribuzione, si è immaginato che si possa dare il vaccino AstraZeneca, che è il più maneggevole da un punto di vista della somministrazione, alle fasce d'età che sono molto esposte» al virus, «ma non a elevato rischio di Covid grave, e dare gli altri due vaccini a mRna nelle popolazioni molto a rischio di Covid severo. Però i vaccini sono efficaci in tutte queste popolazioni. E non c'è nessuna controindicazione per il vaccino AstraZeneca» nelle fasce d'età più avanzata.

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«Noi abbiamo dati di immunogenicità, cioè di dimostrazione che il vaccino di AstraZeneca è in grado di scatenare una risposta anticorpale anche nella popolazione anziana - ha ribadito Genazzani - Hanno studiato pochi pazienti e in ogni caso l'efficacia vaccinale è leggermente inferiore», ma «non ci sono controindicazioni a darlo agli anziani questo vaccino». Ora, «speriamo che la situazione si 'complichì presto con l'arrivo di ulteriori nuovi vaccini. E allora ci sarà ancora di più necessità anche organizzativa di poter allocare il giusto vaccino alle giuste persone», ha sottolineato l'esperto.

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