La corsa della Omicron, la variante di Sars-Cov-2 che sembra destinata a sostituire la Delta, rende ancora più urgente la protezione con la terza dose di chi si è vaccinato più di cinque mesi fa. Gli ultimi studi, anche se assai parziali che giungono dal Sudafrica, confermano che rispetto all'infezione la mutazione ha una accentuata capacità di eludere il vaccino Pfizer, ma nei soggetti che hanno sia il superamento dell'infezione sia la vaccinazione persiste uno scudo più solido. Per questo appare molto concreta l'ipotesi che la protezione dalla malattia grave sia significativa se si completa il ciclo vaccinale con la terza dose. A che punto è l'Italia? L'accelerazione c'è stata e ieri è stato tagliato un traguardo simbolico: è stata superata quota cento milioni di iniezioni da quando è cominciata (27 dicembre 2019) la campagna vaccinale. Quella comprende prime, seconde e terze dosi, per un totale di quasi 47,5 milioni di italiani che hanno ricevuto almeno un'iniezione. Le terze dosi, in particolare, secondo l'ultimo report del Governo, sono state 9,6 milioni, ma sarà necessario accelerare per due motivi: per rafforzare la protezione rispetto alle insidie della Omicron e per difendersi dalla Delta, la variante ancora ampiamente dominante in Italia. Va anche detto che a gennaio sarà disponibile un nuovo vaccino (Novavax) di tipo proteico, differenti da quelli mRna, che garantirà una offerta ampliata anche per i richiami.
Terza dose contro Omicron
Ieri è stato diffuso uno studio sudafricano dell'Africa Health Research Institute di Durban condotto in laboratorio sul sangue di 12 persone completamente vaccinate con Pfizer per valutare l'immunità rispetto alla Omicron.
Scenari
Queste conclusioni - del tutto parziali perché ancora lo studio non è stato sottoposto a peer review e i casi esaminati sono solo 12 - coincidono comunque con le notizie diffuse da Pfizer secondo cui la terza dose garantisce protezione anche dalla variante Omicron. Prima di tutte la casa farmaceutica ha annunciato che per marzo sarà pronto il vaccino adattato alla mutazione. Ma ha anche presentato l'esito di uno studio di laboratorio: mostra che gli anticorpi indotti dal vaccino neutralizzano la Omicron con la terza dose. Albert Bourla, presidente di Pfizer: «Già le due dosi del vaccino possono ancora offrire protezione contro malattie gravi causate dal ceppo Omicron, ma la protezione è migliorata con una terza dose del nostro vaccino. Garantire che il maggior numero possibile di persone sia completamente vaccinato con le prime due serie di dosi e un richiamo rimane la migliore linea d'azione per prevenire la diffusione di Covid». La preoccupazione resta alta, tanto che nel Regno Unito a causa dell'avanzata della Omicron ieri Boris Johnson ha convocato una conferenza stampa e annunciato l'avvio del piano B con una serie di restrizioni. Dall'Organizzazione mondiale della Sanità, il responsabile per le emergenze Michael Ryan, sostiene: «Non ci sono indicazioni che facciano dubitare che i vaccini attuali proteggano contro la variante Omicron».
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