Vaccino, ormai a un passo dall’immunità di gregge: 7 milioni da convincere

Vaccini, ormai a un passo dall’immunità di gregge: 7 milioni da convincere
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Lunedì 23 Agosto 2021, 22:20 - Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 14:46

Le pessime notizie arrivate l’altro ieri dalla Sicilia con 55 comuni (e 500.000 residenti) collocati de facto in zona gialla hanno fatto scattare l’allarme sul settembre che ci aspetta. 
Senza perdere tempo va detto subito che lo scenario peggiore, quello del panico, va escluso. La campagna vaccinale ha già raggiunto un obiettivo notevole: a ieri risultava essere protetto con almeno una dose praticamente l’80% degli italiani vaccinabili (quelli con oltre 12 anni). Per l’esattezza si tratta del 78%, pari a oltre 41 milioni di vaccini, del totale di 53,4 milioni di italiani over-12 che possono ricevere il farmaco. 

L’80% è una percentuale molto alta ma che può fuorviare, come vedremo fra poco. Intanto, però, questo primo paletto ci aiuta a capire che la campagna vaccinale ha messo in cascina moltissimo fieno e che la linea di protezione dalla variante Delta è abbastanza solida.

I media battono il tasto sui punti critici che non mancano, come il mezzo disastro siciliano, ma è un fatto che arriviamo a poche settimane dalla riapertura delle scuole con una percentuale di popolazione protetta fra le più alte del mondo.

L’immunità di gregge

Che cosa ci manca ora non per l’immunità di gregge, che è un’ipotesi di scuola, ma per chiudere il virus in un angolo? La risposta è chiara: all’appello mancano ancora 7 milioni di italiani, fra i quali 2,2 milioni di giovanissimi fra i 12 e i 19 anni. 

Perché 7 milioni? Il calcolo è presto fatto. Secondo i virologi, lo ha ripetuto ieri il professor Andrea Crisanti, la variante inglese ha una capacità di infettare molto più alta del Sars CoV-2 originario. Esiste una formula matematica che fa salire la percentuale minima di vaccinati in grado di tenere a bada l’epidemia al crescere della capacità infettiva del virus. Di qui la necessità secondo Crisanti e i suoi colleghi di salire almeno all’80% della popolazione complessiva (non di quella vaccinabile) per ridurre a livelli minimi la circolazione del virus. L’80% di tutti gli italiani significa arrivare a vaccinare 47,5/48 milioni di persone e, invece, come detto, al momento siamo a quota 41 milioni.

Per fortuna l’Italia ha la capacità di somministrare in un mese ben 15 milioni di dosi. E in questo momento nei frigoriferi delle Regioni stazionano ben sei milioni di flaconcini. Paradossalmente una mano ad elevare il livello di protezione la danno i contagiati guariti che si sono immunizzati. Impossibile dire quanti sono (ma si tratta di milioni di persone) perché molti neanche sanno d’aver contratto l’infezione.

A questo punto, però, il vero nodo da sciogliere è la volontà degli italiani che finora sono stati indifferenti o pigri di recarsi presso un hub vaccinale e farsi proteggere.

Da questo punto di vista l’Italia offre un profilo molto variegato. Ad esempio è vero che ben 2,2 milioni di giovanissimi non ha ricevuto nemmeno una dose ma nel mese di agosto ne sono stati vaccinati ben 700.000. Alcune Regioni, come Puglia e Campania, hanno praticamente completato al 100% la vaccinazione dei prof mentre altre sono molto indietro. Restano ampie fasce di popolazione senza alcuna dose in alcuni decili strategici come i quarantenni (ben 2,3 milioni) e quello dei cinquantenni (1,8 milioni). In compenso la campagna vaccinale ha raggiunto traguardi veramente eccellenti fra gli ultraottantenni.

In tutt’Italia risultano appena 11.000 cittadini con più di 90 anni non vaccinati mentre gli over-80 senza dosi sono concentrati in Sicilia (ben 40.000), in Campania (27 mila) e in Sardegna (2.000 che però equivalgolo all’8% del totale regionale) mentre nelle altre Regioni si possono quasi contare sulle dita delle mani.

Poi c’è il caso Sicilia che è rimasta molto indietro sulle vaccinazioni col risultati decisamente pesanti. Ieri la media regionale della mortalità da Covid per milione di abitante è salita a quota 16 in Sicilia contro i 4 della media nazionale. Al di là dello Stretto risultano erogati solo 113 dosi per ogni 100 abitanti contro le 133 di Lombardia e Puglia, le 132 del Lazio e le 127 della media italiana.

 

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