Vaccini, il pasticcio dei medici pensionati: «Aiutare? Ci rimettiamo»

Vaccini, il pasticcio dei medici pensionati: «Aiutare? Ci rimettiamo»
di Mauro Evangelisti
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Domenica 4 Aprile 2021, 00:53 - Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 08:57

I medici in pensione, che hanno accettato di scendere in campo come vaccinatori, si ritroveranno con l’assegno mensile sospeso. C’è un pasticcio nella normativa che rischia di fare perdere lungo la strada un numero cospicuo di professionisti che, sia pure già a riposo, erano pronti a dare il loro contributo. Si parla di almeno un migliaia di professionisti in tutta Italia che ora però potrebbero rinunciare.

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OSTACOLI

Spiega Carlo Palermo, presidente di Anaao Assomed, associazione dei medici dirigenti: «Va rimosso qualsiasi ostacolo lungo la strada verso l’obiettivo di rafforzare un’organizzazione delle vaccinazione di massa che porti a 500mila iniezioni al giorno.

Per superare questa norma, che penalizza il medico in pensione che collabora alla vaccinazione, presenteremo un emendamento ai gruppi parlamentari. Ci deve essere una modifica. Obiettivamente un pensionato, prima di andare incontro a una procedura di sospensione dell’assegno, con tutte le problematiche burocratiche, lascia perdere. La cosa più semplice è che ognuno mantenga i propri emolumenti previdenziali e abbia in aggiunta ciò che gli spetta per l’attività di vaccinatore. Penso sia la soluzione più semplice». Come mai si è creato questo problema? Di fatto tutto comincia con il decreto del gennaio scorso poi convertito in legge: durante l’esame in Senato, è stato inserito un emendamento in cui si consente alle aziende sanitarie di utilizzare il personale in quiescenza, attribuendo incarichi retribuiti fino al 31 dicembre del 2022. La norma (legge 29 del 12 marzo 2021) però dice che la pensione viene sospesa: «Non è erogato il trattamento previdenziale per le mensilità per cui l’incarico è retribuito».

 

E per molti, ovviamente, questa soluzione non è conveniente. Sono incarichi legati in generale alla situazione emergenziale epidemiologica, non necessariamente alla vaccinazione, ma proprio la parte riguardante le inoculazioni rischia di avere un contraccolpo da questa limitazione. Ad esempio, ieri il quotidiano La Nuova Ferrara raccontava che nella città estense uno dei medici in pensione che si è offerto per collaborare alla vaccinazione, dopo la brutta sorpresa sulla sospensione dell’assegno, ha fatto marcia indietro: «Sono costretto a fermarmi».

MODIFICHE

Francesco Ripa di Meana, presidente di Fiaso, la Federazione delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, ha inviato una nota al presidente del Consiglio, Mario Draghi, ai ministri Speranza, Brunetta e Gelmini, chiedendo di modificare la legge: «La norma che prevede l’impossibilità di cumulare reddito da lavoro autonomo e trattamento pensionistico porterà i sanitari che si sono resi disponibili a prestare la loro collaborazione nel contrasto all’epidemia da Covid-19 a rinunciare agli incarichi. Si rischia di provocare pesanti contraccolpi sul sistema sanitario, proprio nel momento in cui è impegnato ad affrontare l’emergenza epidemiologica e sta procedendo con il massimo impegno ad incrementare il numero delle vaccinazioni». Secondo il leader di Anaao, Carlo Palermo, inoltre, è quanto mai importante utilizzare l’esperienza dei medici, anche in pensione, durante le vaccinazioni, perché possono intervenire in modo celere ed efficace nei sia pure rarissimi di reazioni anafilattiche dopo la vaccinazione. 

 

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