Suona il sax mentre lo operano per un tumore al cervello a Roma. Perché è importante chiedere questo al malato

Suona il sax mentre lo operano per un tumore al cervello a Roma. Perché è importante chiedere questo al malato
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Giovedì 13 Ottobre 2022, 14:50 - Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre, 10:22

Per darsi più carica ha scelto l'Inno d'Italia, suonato con il suo sax in una clinica di Roma mentre lo operavano al cervello. Era accaduto anche nel 2015 in Spagna, a Malaga, e anche il quel caso il paziente colpito da un tumore era un appassionato di sax.  

L'intervento è stato eseguito alla Paideia International Hospital dall'équipe guidata da Christian Brogna, neurochirurgo esperto internazionale di chirurgia dei tumori complessi e 'awake surgey'.

Brogna ha rimosso completamente il tumore cerebrale senza compromettere le funzioni neurologiche del paziente che ha 'aiutato' i medici in questo delicato intervento suonando il sax, così da attivare particolari aree del cervello.

Il 35enne, straniero ma romano d'adozione, «sta bene e oggi verrà dimesso», sottolinea Brogna all'Adn-Kronos.

«Ogni cervello è unico e il nostro compito è garantire la rimozione del tumore senza danneggiare il paziente - spiega il chirurgo - Il paziente è stato operato in anestesia locale ed è rimasto tranquillo durante tutto l'intervento. Ha suonato il sassofono che è la sua grande passione e un'attività molto complessa. In più il paziente è mancino quindi la sfida per neurochirurgo era ancora più stimolante e difficile. Suonare - ricorda - è non solo muovere le mani, ma fare calcoli matematici e usare la memoria, e poi c'eravamo noi che interagivamo con lui. Ha suonato l'Inno d'Italia e un altro pezzo, il tema del film 'Love Story'». 

L'intervento, che è durato oltre 9 ore, si è avvalso di una équipe multidisciplinare composta da più di 10 professionisti provenienti da tutto il mondo tra neurochirurghi, anestesisti dedicati, neuropsicologi, neurofisiologi e ingegneri, supportati da tecnologie all'avanguardia come la neuronavigazione con trattografia, l'aspiratore ad ultrasuoni, l'ecografia intraoperatoria, il neuromonitoraggio continuo. È stato, inoltre, utilizzato un tracciante specifico per le cellule tumorali che le ha rese più facilmente distinguibili rispetto al tessuto sano circostante. «L'intervento è stato davvero complesso e ha richiesto una lunga preparazione e un'altissima tecnologia. È stato uno dei primi di questo genere eseguito in Italia in una struttura privata. Paideia International Hospital è dotato non solo della tecnologia di cui avevo bisogno, ma anche di una sala operatoria di 100 metri quadri, e inoltre abbiamo avuto la possibilità di organizzare l'équipe su misura per questo intervento, chiamando le migliori figure professionali internazionali», conclude Brogna.

Nel 2015 uno scenario simile e ancora qualche anno prima era toccato a un violinista suonare durante questo tipo di operazioni: i neurochirurghi che operano sull’encefalo possono avere bisogno che il paziente resti cosciente per constatare passo dopo passo la riuscita del complesso intervento.

Nel caso di Malaga è stato così possibile, grazie al paziente che suonava il sax, tenere sotto controllo in diretta  l'operatività della zona del cervello che sovrintende il linguaggio musicale: il tumore da rimuovere si trovava proprio a ridosso di quell'area.

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