Tumore del fegato, l'esame del colesterolo per individuarlo fino a 5 anni prima: la scoperta in uno studio

La scoperta che un singolo biomarcatore ematico possa predire con largo anticipo la diagnosi di epatocarcinoma potrebbe permettere di identificare i soggetti a rischio

Tumore del fegato, ora si può riconoscere fino a 5 anni prima con un esame del colesterolo
di Alessandro Rosi
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Sabato 17 Dicembre 2022, 17:34 - Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 08:19

Con un esame si può prevenire il tumore del fegato. Perché una bassa concentrazione nel sangue del colesterolo "buono", in pazienti con fegato grasso, permette di capire fino a 5 anni prima se si è a rischio. «Queste informazioni ci permettono di effettuare ecografie puntuali e ripetute», afferma Lucilla Crudele, prima autrice dello studio sostenuto da Fondazione Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) e pubblicato poi su Journal of Hepatology Reports. «In modo da dare loro indicazioni per modificare il proprio stile di vita al fine di ritornare a una condizione ottimale per proteggersi e ridurre il rischio di sviluppare il cancro».

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​Tumore del fegato come riconoscerlo, le principali cause

Il tumore del fegato più frequente nei soggetti tra i 55 e 75 anni è l'epatocarcinoma, che si sviluppa (solitamente) in persone già affette da cirrosi.

Come si manifesta? Senza sintomi e in soggetti senza infezione, apparentemente sani, che però, a livello del fegato, già presentano una condizione patologica di steatosi: ossia un accumulo di grasso che può portare a una successiva fibrosi. 

Come funziona, lo studio e l'aumento del girovita

Il gruppo di ricerca coordinato dal professor Antonio Moschetta, presso l'Università Aldo Moro di Bari, ha esaminato in particolare soggetti con fibrosi epatica, con un basso livello di colesterolo "buono". Hanno prima effettuato test su diversi pazienti e poi notato che chi hanno sviluppato epatocarcinoma nei successivi cinque anni dopo mostrava livelli più bassi di colesterolo Hdl inizialmente (a parità di fibrosi epatica). «Inoltre - afferma Moschetta, coordinatore dello studio -, selezionando i pazienti che hanno poi sviluppato il cancro tra coloro che cinque anni prima avevano basso colesterolo Hdl, abbiamo osservato che questi ultimi mostravano un significativo aumento del girovita, che è una misura dei depositi di grasso a livello del tessuto adiposo viscerale e un segno di infiammazione dell'organismo».

 

La scoperta e le cure

«Oggi sappiamo - conclude Lucilla Crudele, prima autrice dello studio - che un soggetto che ha fegato grasso e basso colesterolo Hdl associato a un aumentato girovita ha un rischio aumentato di sviluppare l'epatocarcinoma entro i successivi 5 anni». La scoperta che un singolo biomarcatore ematico possa predire con largo anticipo la diagnosi di epatocarcinoma potrebbe permettere di identificare i soggetti a rischio. E ciò prima ancora che sviluppino sintomi specifici, con cure farmacologiche mirate. Prevenire questo tipo di cancro, oggi, sembra quindi essere possibile.

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