Fase di rullaggio per il decollo della terza dose. Saranno usati solo vaccini a mRNA, anche per coloro che erano stati immunizzati grazie a quelli con adenovirus. Si parte dai fragili e da chi è in prima linea negli ospedali, ma in prospettiva l’operazione riguarderà anche altre fasce di popolazione a 7-8 mesi dal completamento del ciclo vaccinale. Obiettivo: alzare un muro di protezione per giocare di anticipo contro la graduale riduzione della copertura. Quante dosi serviranno? Sono 2 milioni le «persone estremamente vulnerabili», 1,4 gli operatori sanitari e 570mila gli ospiti delle residenze per anziani.
In sintesi: per il “primo giro” del rinforzo servono circa 4 milioni di fiale.
Ieri l’assessore alla Salute dell’Emilia-Romagna, Raffaele Donini, ha diffuso i dati di uno studio: «Dopo 7 mesi di vaccinazione c’è ancora una protezione dell’87 per cento dal contagio, del 94 dai ricoveri, mentre per terapia intensiva e decessi si arriva al 95 per cento. L’efficacia del vaccino si mantiene costante anche in questi sette mesi, con una lieve flessione per gli operatori sanitari: 83 per cento di protezione. Mentre per i degenti delle Rsa vaccinati resta tra 88 e 96 per cento». A fine mese si partirà comunque anche con gli ospiti delle Residenze per anziani, colpite pesantemente nel 2020. Grazie ai vaccini l’incidenza di nuovi casi e soprattutto di decessi è crollata, ma nelle ultime settimane vi sono segnali da non sottovalutare. Numerosi focolai sono stati registrati nelle residenze per anziani in tutta Italia, per fortuna grazie alle vaccinazioni molto spesso si tratta di casi asintomatici o con sintomi lievi.
Prevenzione
«Sia chiaro - racconta il dottor Enrico Di Rosa, dirigente dell’Asl Roma 1 - la protezione dei vaccini risulta ancora notevole, i dati del Lazio corrispondono a quelli dello studio dell’Emilia-Romagna. Però è ragionevole rinforzare la protezione di chi si è vaccinato a dicembre e gennaio, degli ospiti delle Rsa che furono tra i primi a ricevere le iniezioni e degli immunodepressi». E qui si arriva alla categoria genericamente definita dei fragili, ai quali sarà somministrata la terza dose, ancora prima di operatori sanitari e ospiti delle Rsa. Si parla, per fare solo alcuni esempi, di malati oncologici, trapiantati, di chi sta facendo terapie immunosoppressive, asplenici.
Va detto che mano a mano che passeranno i mesi, sulla base dei dati accumulati, si andrà a offrire la terza dose anche a chi non appartiene a queste categorie, se ha ricevuto il richiamo da almeno 7-8 mesi, mentre servirà definire una linea di condotta per coloro che hanno superato l’infezione nel 2020 e, per questo, hanno ricevuto solo una iniezione. Ma abbiamo i vaccini per questa nuova vaccinazione di massa? Sì. Ieri Gimbe, fondazione indipendente che elabora i dati della pandemia, ha fornito alcuni: «Le scorte attualmente disponibili ammontano ad oltre 7,8 milioni di dosi di vaccini a mRNA». E questo è un punto importante: l’orientamento di fondo è ricorrere, per la terza dose, ai vaccini mRNA, dunque Pfizer e Moderna, andando dunque a una formula «eterologa» per coloro che erano stati vaccinati con AstraZeneca e Johnson&Johnson.
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