Terza dose, Cts: subito per over 80 e ospiti delle Rsa. Ma sui sanitari frena

Terza dose, Cts: via libera per over 80, ospiti delle Rsa e operatori sanitari a rischio
di Mauro Evangelisti
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Sabato 25 Settembre 2021, 18:52 - Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 12:28

Scatta l’operazione terza dose per gli over 80, gli ultra fragili e per gli ospiti delle Rsa, le residenze sanitarie assistenziali. Non c’è ancora una decisione per gli operatori sanitari, sono necessari ulteriori approfondimenti per valutare se occorra prevedere una dose di rafforzamento della protezione di tutti i medici e gli infermieri. Si parte però con la terza dose agli operatori sanitari che rientrano nelle categorie a rischio: per la loro età e per eventuali patologie come il diabete.

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Terza dose, il vertice

Ieri pomeriggio si è svolta una riunione straordinaria del Cts, il Comitato tecnico scientifico.

Oggetto: un quesito della struttura commissariale diretta dal generale Francesco Figliuolo in cui si faceva riferimento all’indicazione dell’Aifa (agenzia italiana del farmaco) che aveva espresso parere favorevole alla dose di rinforzo per una serie di categorie. Si tratta di soggetti in condizione di immunosoppressione, over 80, ospiti delle Rsa e operatori sanitari. Per i primi la somministrazione della terza dose è già cominciata, serviva una decisione per tutte le altre. Su over 80 e Rsa la posizione è stata univoca. I segnali che arrivano dalle Regioni mostrano una fase di ripresa dei contagi, sia pure ancora molto limitata e con conseguenze non gravi, tra questi soggetti. Coloro che sono stati vaccinati a gennaio e febbraio presentano una graduale diminuzione della protezione dall’infezione fornita dal vaccino. Poiché gli anziani sono i soggetti maggiormente a rischio, con tassi di letalità più alti, i componenti del Cts hanno concordato sulla necessità di partire subito con la somministrazione delle terze dosi. Nel caso degli ospiti delle Residenze sanitarie assistenziali, comunque, non c’è un limite di età, visto che comunque si tratta di soggetti in condizioni di fragilità. La terza dose non sarà somministrata a tutti, ma solo a coloro che hanno concluso il percorso vaccinale nell’arco temporale degli ultimi 6-12 mesi (formalmente c’è questa dicitura, ma al massimo un over 80 può essere stato vaccinato 8-9 mesi fa, visto che la campagna è cominciata all’inizio del 2021). Detta in altri termini: se un ottantenne, per qualsiasi ragione - di salute o per scelta - ha ricevuto la seconda dose un mese fa, non avrà subito la terza, ma dovrà aspettare che trascorrano almeno sei mesi.
 

Fin qui il parere del Cts, che però non ha ancora dato il via libera alla dose di rinforzo per tutti gli operatori sanitari, limitadonsi a quelli più a rischio per età o condizioni di salute. Come mai? Il tema è delicato perché, anche a livello internazionale, non esistono indicazioni univoche. Vi sono Paesi come Israele e Singapore che non hanno esitato nel partire con le terze dosi per tutti; negli Usa il Cdc (l’autorità sanitaria americana) sottolinea il calo della protezione dopo 4-6 mesi mentre al contrario Fda (agenzia del farmaco americana) ha detto che il booster serve solo per gli over 65. Ema, l’agenzia europea del farmaco, si esprimerà a ottobre. In questo scenario, all’interno del Cts ieri c’erano voci differenti: c’è stato chi ha proposto di limitarsi alla terza dose solo per gli operatori sanitari che lavorano in prima linea. Alla fine è stato deciso di fare degli approfondimenti, dunque se ne riparlerà nei prossimi giorni, ma c’è comunque il via libera immediato per medici e infermieri anziani o con patologie. Nelle Rsa, dunque, saranno vaccinati di nuovo gli ospiti, ma non chi li assiste. In arrivo la nuova circolare del dirigente Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza. Ma l’Italia ha dosi sufficienti? Ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha spiegato: «Stiamo lavorando per portare il nostro Paese ad avere maggiore livello di autonomia, per il futuro, nella produzione dei vaccini».

Scorte

Nei frigoriferi, comunque, già vi sono oltre 11 milioni di fiale ancora da utilizzare. Vero è che, come ha sottolineato Speranza, c’è un aumento delle prime dosi - vale a dire delle persone che hanno deciso di vaccinarsi in questi giorni - ma comunque c’è ampio margine per completare l’operazione “rinforzo” senza troppi problemi. Gli immunocompromessi sono circa 3 milioni. Gli over 80 già vaccinati con due dosi sono invece 4,2 ma va sempre tenuto conto che ci può essere sovrapposizione tra la prima e la seconda categoria. Il problema da affrontare nei prossimi giorni non sarà collegato al numero di vaccini a disposizione, ma piuttosto alla necessità di un’opera di informazione efficace: potrebbe rivelarsi non così semplice spiegare a un anziano che deve tornare a vaccinarsi, magari nello stesso giorno in cui riceverà anche l’antinfluenzale.

 
 

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