Terza dose, la dobbiamo fare tutti? Dall'efficacia del vaccino al futuro del virus: domande e risposte

Terza dose, bisogna farla? Dall'efficacia del vaccino al futuro del virus: domande e risposte
di Giampiero Valenza
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Sabato 18 Settembre 2021, 22:51 - Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 20:25

Il Comitato scientifico della Fda, l’autorità regolatoria degli Stati Uniti, si è espresso. Ha detto “no” alla terza dose del vaccino anti-Covid di Pfizer-Biontech per tutte le persone dai 16 anni in su. Ma ha detto “sì” all’immunizzazione per tutti gli over65 e per le fasce più vulnerabili. Al momento però, si tratta solo di una raccomandazione. Il verdetto definitivo della Fda arriverà la prossima settimana, ma solitamente segue le indicazioni scientifiche. In cui però rientrano anche i risultati che vengono da Israele, che già ha messo in campo la terza somministrazione, dimostrando come i livelli degli anticorpi siano dieci volte più alti se confrontati con la seconda dose. Il virologo Carlo Federico Perno, direttore della microbiologia e diagnostica di immunologia dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù e docente all’Università Unicamillus, spiega però che la soluzione israeliana «rientra nella normalità» e che una soluzione simile non è da «prima volta». 

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Gli effetti del vaccino stanno diminuendo?

«Tutti i vaccini hanno un’efficacia che tende a diminuire nel tempo.

In alcuni casi ciò avviene molto rapidamente, in altri in maniera molto lenta. Per questo in tutti i principali vaccini vengono previsti, di norma, tre somministrazioni. In decenni di studio della vaccinologia abbiamo imparato che in questo modo si riesce a stabilizzare l’efficacia che è stata dimostrata dopo le due dosi». 

La terza dose aumenta la protezione immunitaria? 

«L’eventuale opzione di una terza dose rientra nella logica delle cose proprio perché permette di rafforzare la risposta degli anticorpi. I vaccini “dell’infanzia” già hanno questo piano, come l’antipolio, l’antitetanica, l’antidifterica, l’antimorbillo». 

Perché invece l'antinfluenzale si fa ogni anno? 

«I virus influenzali cambiano ogni anno. Vacciniamo sempre per il virus che circolerà nei prossimi mesi. Quindi, annualmente. Non si tratta di una nuova dose di un vaccino già fatto: in realtà sono sempre prime vaccinazioni verso un nuovo virus». 

Sars Cov-2, il virus che causa la Covid-19, muta come l'influenza? 

«In verità si parla sempre molto di varianti di Sars Cov-2 ma ancora questo virus non ha generato un ceppo in grado di sfuggire ai vaccini. Rispetto alla straordinaria capacità dei virus di variare, è variato davvero poco. In pratica, è un po’ come se avesse cambiato la cilindrata (con la variante Delta molto più infettiva), ma la carrozzeria ha sempre le stesse caratteristiche di base, solo con piccole modifiche. In altre parole non sono mutati i suoi elementi essenziali che potrebbero permettergli di sfuggire al vaccino. Bisogna tener presente, però, che i virus più circolano e più c’è la possibilità che mutino. L’Hiv e quello dell’epatite C variano talmente tanto rapidamente che non si riesce ancora ad avere un vaccino, e chissà mai se lo avremo. Per Sars Cov-2, invece, in 8 mesi ne è stato prodotto uno che ancora oggi sta dimostrando la sua efficacia». 

Cosa potrà succedere da qui a un anno? 

«Sars Cov-2 è un virus che ha caratteristiche biologiche che permettono di eradicarlo, un po’ come è stato per il vaiolo e come sarà per la poliomelite. Altrettanto potrà avvenire per il morbillo che non se la sta passando bene proprio grazie ai programmi di immunizzazione. Il criterio fondamentale è riuscire ad azzerare o ridurre vicino allo zero proprio la replicazione. Se entro un anno non vaccineremo tutti molto probabilmente avremo una endemia, cioè una circolazione del virus a bassa-media velocità. Se vaccineremo tutti, invece, il virus sarà eradicabile, quindi non ci sarà. Contro Sars Cov-2 bisogna essere spietati e ucciderlo». 

È ancora importante indossare la mascherina? 

«Faccio un esempio basato sulla pratica clinica. Da quando si sono tolte le restrizioni della ‘zona gialla’ a Roma, e quindi l’uso della mascherina è diventato meno pressante, sono ricomparsi gli altri virus respiratori che non hanno circolato per un anno e mezzo. La mascherina è un dispositivo che ha una straordinaria efficacia e che permette di ridurre la circolazione di questo e di tanti altri virus respiratori. Specie negli ambienti chiusi, in questa fase della pandemia, rimane un presidio irrinunciabile». 

 
 

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