Fabio Ciciliano, Cts: «Richiamo a 5 mesi decisivo, non limitare gli spostamenti»

Fabio Ciciliano, Cts: «Richiamo a 5 mesi decisivo, non limitare gli spostamenti»
di Francesco Malfetano
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Domenica 21 Novembre 2021, 01:05 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 09:30

Dottor Fabio Ciciliano (Cts), l’Iss ha appena pubblicato i dati sull’efficacia vaccinale. Dopo 6 mesi dall’inoculazione la protezione cala del 13%. Per questo si sta pensando di anticipare la terza dose da 6 a 5 mesi dopo la seconda inoculazione? 
«Certo. Poi in questo caso non siamo noi a decidere, ma è l’Aifa. Però personalmente non vedo controindicazioni, anzi. Anticipando di un mese la possibilità del richiamo si avrebbe il vantaggio di intercettare molte più persone. Se andiamo a 6 mesi fa, a maggio, c’erano ancora le fasce di età, mentre a giugno no. È un modo per allargare, da subito e in maniera importante, la platea. Farlo ora è decisivo. Perché abbiamo visto che l’efficacia del vaccino cala dopo 6 mesi, specie per anziani e fragili, ma più in generale per gli over60. Dato che l’obiettivo è limitare le ospedalizzazioni, fare il richiamo è fondamentale». 


Lei da componente del Comitato tecnico scientifico sin dalla prima ora come valuta l’attuale situazione epidemica? Due territori hanno già praticamente numeri da zona gialla e i contagi continuano a salire.
«Siamo in una fase in cui bisogna prestare grande attenzione, ma non credo di dovermi dire preoccupato.

Il nostro faro oggi non sono i contagi, che hanno importante valore epidemiologico, ma resta l’impatto sulle ospedalizzazioni. Ora siamo abbondantemente sotto le soglie di zona arancione o rossa, che sono quelle critiche. Il tasso di terapia intensiva è del 5,3% a livello nazionale, lontano dal 30%. Le aree mediche invece attorno al 7%, e la soglia è al 40%. Vero è che ci sono aree con incidenze alte, come Friuli e Bolzano. E anche che ce ne sono alcune che hanno superato la soglia psicologica della doppia cifra nei tassi di ospedalizzazione (Calabria, Friuli e Bolzano per area medica Marche, Friuli e Bolzano per le terapie intensive). Parliamo di una situazione da monitorare senza allarmismi. Comunque questa settimana l’aumento c’è stato, ma meno significativo rispetto alle settimane precedenti».

Fabio Ciciliano


Si sta ragionando su una stretta sul Green pass. Lo si potrà ottenere solo con vaccino e guarigione. Il tampone invece sarebbe utilizzabile solo per andare al lavoro. Cosa ne pensa?
«Faccio una premessa. Il Green pass è uno strumento fondamentale, che si è dimostrato capace di limitare la circolazione del virus. Tuttavia ho delle perplessità etiche nell’accettare il super Green pass ed escludere i tamponi. La vaccinazione al momento è volontaria, quindi se decido di non vaccinarmi non posso essere compressi i miei diritti. Ora se parliamo di impedire di andare al ristorante a un non vaccinato è un conto, ma limitarne ad esempio gli spostamenti, come accadrebbe in zona arancione o rossa, è un altro discorso. Comprendo il motivo per cui ci si muove in questa direzione ed è ovvio che limitarlo ai soli vaccinati e guariti avrebbe un impatto, ma, diciamo, ho dei dubbi. Dal punto di vista tecnico la migliore soluzione per garantire la più alta copertura alla popolazione sarebbe quella dell’obbligo vaccinale».


Lei ha parlato degli spostamenti. Al momento non ci sono limitazioni per gli arrivi dall’Europa dell’Est, con il Natale in vista però potremmo importare molti contagi. Cosa ne pensa?

«Partiamo dal presupposto che l’Italia ha fatto scuola nella gestione della pandemia. Il nostro modello è virtuoso e ci danno ragione i numeri. Per cui non credo serva intervenire in tal senso. Chi arriva in Italia ha già bisogno del Green pass per la maggior parte delle attività. E poi si è già dimostrato che la limitazione della circolazione virale bloccando i voli non è efficace. In un mondo globalizzato non riesci ad arginare questi fenomeni. E poi, aggiungo, questo è un tema di cui avrebbe dovuto occuparsi l’Ue, che però - un po’ come avviene per le Regioni in Italia - non è mai riuscita a mettere d’accordo tutti». 


Immagino quindi non sia d’accordo a limitare gli spostamenti tra Regioni. A Natale non si rischia un travaso dei contagi.
«Assolutamente. Peraltro si potrebbe anche aggiungere la limitazione ma ora con il Green pass potrebbero passare praticamente tutti. E far venire meno questa funzione svaluterebbe la certificazione. Poi una misura di questo tipo, anche qualora dovesse coinvolgere i soli non vaccinati - e che non sono d’accordo l’ho già detto - avrebbe un impatto economico clamoroso a ridosso del Natale».

 
L’Ema sta per autorizzare il vaccino per la fascia di età 5-11 anni. Lei cosa ne pensa? Lo ritiene sicuro?
«La sola risposta che posso darle è che appena si rende disponibile il vaccino lo farò fare ai miei figli di 11 e 8 anni. Non credo di dovere aggiungere altro».
 

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