Quarta dose, ipotesi vaccino nuovo tarato contro Omicron? L'esperto: «Sì, aspetterei quello in autunno. Ora proteggiamo i fragili»

Massimo Ciccozzi: «L'attuale quarta dose la consiglierei alle persone più a rischio, a quelle immunocompromesse, ai sanitari, agli over-75»

Quarta dose, ipotesi vaccino nuovo tarato contro Omicron? L'esperto: «Sì, aspetterei quello in autunno. Ora proteggiamo i fragili»
di Giampiero Valenza
3 Minuti di Lettura
Venerdì 1 Aprile 2022, 16:06 - Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 08:25

La protezione naturale è molto più lunga di quella vaccinale. Ecco perché, chi ha fatto il primo ciclo di vaccinazione a mRna, deve aspettare almeno quattro mesi la guarigione da Covid-19. Come spiega Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia Campus Bio-Medico di Roma, «l'immunità naturale è più produttiva e dura più a lungo. La terza dose per chi ha avuto il Covid è un po’ come se fosse la quarta», dice.

Il tema della quarta dose si concentra tutto qui. Ha senso farla se il vaccino è tarato sul virus di Wuhan? «Aspetterei l’autunno per il vaccino nuovo, magari tarato sulla variante Omicron», prosegue.

Anche per questa ragione, ora, si va cauti sulla nuova somministrazione.

L'ipotesi del vaccino contro Omicron

Nel caso in cui, passata l’estate, dovesse presentarsi sul mercato un prodotto nuovo, in grado di rispondere con efficacia all’attacco della “famiglia” delle Omicron, in questo caso si potrebbe infatti aprire la strada di un ritorno a una campagna vaccinale massiva. «Ora l’attenzione si può concentrare sui più fragili», sottolinea l'esperto.

E l'attuale quarta dose? «La consiglierei alle persone più a rischio, a quelle immunocompromesse, ai sanitari, agli over-75», precisa. «Ma tutto ciò che sarà per il futuro dovrà concentrarsi sul nuovo vaccino e sui dati che osserviamo – continua – Certo è che, se dovessimo notare una endemizzazione del virus, la quarta dose potrebbe essere fatta solo alle persone fragili. L’importante è agire gradualmente».

Omicron è ormai la variante prevalente in Italia. Ciccozzi la chiama la “famiglietta”, delle modifiche di Sars Cov-2, con le sue sottovarianti 1,2 e 3. Tutte con una simile sintomatologia e contagiosità. «Ma oggi continuano a girare le altre, come la Delta, seppur ormai sono diventate minoranza – prosegue –  Proprio ora abbiamo inviato un articolo di una ricerca scientifica su una persona positiva ad Hiv, di Brescia, che aveva la variante Alfa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA