Omicron, nuova ondata in autunno? Lopalco: «Se la variante non sarà gestibile, ipotesi dad e lockdown»

L'epidemiologo: "Il virus sta circolando adesso, quindi è probabile che avremo una nuova ondata anziché in autunno, forse verso gennaio oppure febbraio”.

Omicron, nuova ondata in autunno? Lopalco: «Se la variante non sarà gestibile, ipotesi dad e lockdown»
di Graziella Melina
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Giovedì 30 Giugno 2022, 11:13 - Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 08:17

Dopo due anni e mezzo di pandemia, un’altra possibile ondata in autunno non dovrebbe coglierci impreparati. Ma solo se si seguiranno le normali misure di precauzione, sarà possibile scongiurare misure restrittive più forti. “Nel caso ci ritroveremo nei prossimi mesi davanti a un picco di contagi causati da una variante con caratteristiche simili a questa - ipotizza Pier Luigi Lopalco, ordinario di Igiene all’Università del Salento - saremo in grado di gestirla con i metodi che abbiamo imparato a utilizzare”. Tutto dipende, però, da diversi fattori. Innanzitutto, bisogna capire che tipo di variante si presenterà, quindi la trasmissibilità e la patogenicità. Ma sarà importante valutare anche in quale periodo dell’anno potrebbe circolare.

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La nuova ondata

“Questa ondata estiva, per quanto possa sembrarci preoccupante o improvvida - ragiona Lopalco - potrebbe rappresentare una novità positiva rispetto agli altri anni, durante i quali in autunno abbiamo avuto una ripresa dell’epidemia.

Dobbiamo capire, quindi, cosa potrebbe succedere se si presenta una nuova variante, anche se non sappiamo quando accadrà. Il virus, infatti, sta circolando adesso, quindi è probabile che avremo una nuova ondata anziché in autunno, forse verso gennaio oppure febbraio”. Se ci sarà quindi una tregua autunnale, è ancora presto per dirlo.

 

Scuola online in autunno?

Di sicuro, la ripresa delle attività scolastiche, con la prospettiva di dover seguire di nuovo le lezioni a distanza, non fa stare tranquilli. La campagna vaccinale dei più piccoli, infatti, non ha raggiunto i livelli necessari per proteggerli. Senza contare, poi, che nelle aule scolastiche non sono stati predisposti i sistemi di ventilazione che servono per contenere il rischio di contagio. “Le chiusure delle scuole come le abbiamo vissute le scorse stagioni - assicura però Lopalco - man mano che andiamo avanti diventano sempre meno probabili. A meno che non dovesse arrivare una variante che riporti la malattia delle prime ondate”. Nei prossimi mesi, dunque, si tenterà la strada della normalità, anche se solo apparente. Se dovessero esserci di nuovo casi di contagi elevati, è evidente che ne risentiranno tutti i settori.

“Finché si avrà una circolazione virale che potrà essere gestita senza creare intasamenti o emergenze di qualunque tipo negli ospedali  - prosegue Lopalco - dobbiamo essere in grado di gestire la pandemia con misure ordinarie. Nel frattempo, arriveranno i nuovi vaccini che serviranno a proteggere le persone più deboli”. Ma si ragiona per ipotesi: è noto infatti che il virus è imprevedibile, e se dovesse ripresentarsi una variante che causa una malattia non più gestibile a casa, si dovranno valutare misure restrittive più forti. “Dipende tutto dall’evoluzione dell’epidemia. Finora, come sappiamo, basta usare le mascherine, che ci proteggono dal contagio e mantenere il distanziamento.

Lo spettro del lockdown

Il lockdown è una misura che rischia di bloccare tutto. Ma se dovessimo avere la brutta sorpresa di una variante che causa polmoniti e ci ritroviamo con gli ospedali che rischiano di nuovo di intasarsi, allora bisognerà valutare tutte le misure necessarie. Se invece si tratta di un virus simile a questo, la situazione potrà essere gestita meglio. Non dimentichiamo che il virus si ritroverà a circolare in una popolazione che è stata infettata già 4-5 volte. Poi, con la campagna vaccinale dovremo aiutare i soggetti fragili”. C’è però anche il problema dei contagiati che sono comunque costretti a rimanere a casa. Se il numero dei positivi è troppo alto, gli effetti negativi ricadrebbero comunque sulle attività lavorative, dalle scuole, agli ospedali, agli uffici pubblici, costretti a rallentare o a ridurre i servizi.  “Con una pandemia in corso - rimarca Lopalco - tutti i rischi resteranno in piedi, ma a fare la differenza sarà come riusciamo ad affrontarli. Certo, non possiamo gestire i contagi con il blocco di una società. Dobbiamo però mantenere ferme alcune misure, a cominciare dall’uso delle mascherine. Sappiamo ormai che sono efficaci contro il covid, e in questi due anni ci hanno aiutato anche a tenere a bada l’influenza”.

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