Omicron e terza dose, perché è necessara: la variante abbassa gli anticorpi in chi è già vaccinato

Secondo gli studi la nuova variante provoca un calo dei titoli neutralizzanti per chi è guarito o è stato immunizzato

Omicron e terza dose, perché è necessario fare il booster (e quali sono i rischi con le due richiami)
di Costanza Ignazzi
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Lunedì 13 Dicembre 2021, 15:26 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 17:16

Omicron provoca il primo morto in Gran Bretagna: la nuova variante, secondo le prime informazioni, sarebbe non solo più contagiosa della Delta ma in grado sostanzialmente di superare le difese anticorpali in chi ha già contratto il Covid o si è già vaccinato. Per questo, la terza dose è determinante.

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Cosa produce la nuova variante

Secondo un nuovo studio dell'università di Oxford, la nuova variante produce «un calo sostanziale dei titoli neutralizzanti, misura del livello di anticorpi neutralizzanti generati in risposta alla vaccinazione anti-Covid o all'infezione Covid-19». Gli studiosi sottolineano che «questa efficacia è stata migliorata da una terza dose di vaccino». Per questo motivo, «aumentare l'aderenza alla vaccinazione fra i non immunizzati e incoraggiare alla dose booster rimangono la priorità per ridurre i livelli di trasmissione e il carico potenziale di patologia grave».

Il calo degli anticorpi

Contagio o meno, è stato proprio l'Istituto superiore di sanità italiano a far sapere che dopo 5 mesi dalla seconda iniezione l'efficacia del vaccino nel prevenire il Covid scende dal 74% al 39% (anche se resta invece alta - all'84% - la copertura da forme severe della malattia). Il rischio di morte per chi non si è vaccinato, poi, è 16,6 volte superiore rispetto a chi ha avuto la terza dose. Lo studio preprint condotto all'Africa Health Research Institute, ha testato 14 campioni di plasma di 12 vaccinati, di cui 6 infettati precedentemente. Il calo di capacità anticorpale di neutralizzare Omicron rispetto al virus originale è stato di 41 volte.

Due dosi di vaccino contro il Covid non sarebbero quindi sufficienti a scongiurare il contagio da variante Omicron: dalle prime analisi nel Regno Unito rispetto alle varianti Omicron e Delta si riscontra che i vaccini sono meno efficaci a fermare la nuova variante. Il cosiddetto booster tuttavia alza significativamente la protezione fino a circa il 75%. 

 

Terza dose efficace contro Omicron

Sono stati i test effettuati in laboratorio da Pfizer/BioNTech a confermare che la variante Omicron è stata neutralizzata da tre dosi di vaccino: i dati dicono che la dose booster moltiplica fino a 25 volte gli anticorpi e garantisce un livello di protezione simile a quello osservato dopo due dosi contro il virus originale e le varianti finora conosciute. Uno studio israeliano, inoltre, rileva che due dosi di Pfizer dopo 5 o 6 mesi non danno alcuna tutela contro la variante Omicron, mentre il booster offre una protezione «significativa» contro la malattia grave.

L'accelerazione sulla somministrazione

Se «La raccomandazione attuale è di somministrare dosi di richiamo preferibilmente dopo 6 mesi» ma «i dati disponibili supportano la somministrazione sicura ed efficace di una dose di richiamo già a 3 mesi dal completamento della vaccinazione primaria», come sottolineato il responsabile della task-force vaccini dell'Ema, Marco Cavaleri, sono svariati i Paesi che accelerano sulla terza dose. Ultima in ordine di data la Danimarca che ha appena ridotto a 4 mesi e mezzo il tempo tra la seconda e la terza dose dai sei mesi precedenti per tutti gli over 40. Con questa misura, «affronteremo l'inverno con una maggiore protezione per le persone più fragili», ha sottolineato il direttore dell'Agenzia per la salute, Soren Brostrom.

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