Covid, Italia vicina al picco? 23.195 casi e 129 morti: Omicron, il Natale e la discesa della curva, così evolverà il virus

Matteo Bassetti: «Molte regioni già hanno raggiunto i dati massimi in quanto a ricoveri, il dato è destinato a scendere. E i vaccini sono la strategia contro Omicron»

Omicron, il Natale, il picco di contagi e la discesa della curva: così evolverà il virus in Italia
di Marco Prestisimone
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Mercoledì 15 Dicembre 2021, 19:18 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 13:13

Omicron, il Natale, il nuovo picco di contagi da aprile. Inevitabile non preoccuparsi, eppure rispetto a un anno fa nel nostro Paese le cose sono decisamente diverse. Anche a parità di contagi: «Non c'è paragone, perché ciò che conta in questo momento è la situazione ospedaliera, che tranne qualche eccezione è sotto controllo - spiega Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova -. I ricoveri rispetto a un anno fa sono un decimo e nelle prossime settimane già si potrà vedere una discesa». Perché il record della quarta ondata è stato raggiunto oggi (23.195 casi, con tasso di positività al 3,7%) ma la discesa della curva non è lontana. L'unica strada è quella di continuare a spingere su prime, seconde e terze dosi: «Molte regioni in quanto a ospedalizzazioni hanno già raggiunto il picco - continua Bassetti -, i contagi in questo momento dicono poco. L'importante è che la percentuale di positivi non vada a sforare». Resta sotto controllo anche il tasso di positività: «Basti pensare che il tasso di positivi sui tamponi non vada a sforare: l'anno scorso eravamo intorno al 16-17%, oggi si fanno una quantità enorme di tamponi (solo oggi 776.363) e siamo nell'ordine di un tampone positivo ogni 25. Questo vuol dire che la situazione è decisamente diversa».

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La situazione in Europa

La Gran Bretagna sta vedendo i suoi contagi da Omicron raddoppiare ogni 48 ore, ma i numeri sono disastrosi e la conduzione della pandemia da parte di Boris Johnson non è stata sulla linea di quella italiana. Tanto che secondo il Times solo i londinesi senza il vaccino sono un terzo. «Noi guardiamo agli americani - dice Bassetti -.

Fauci ha spiegato che i vaccini funzionano e dove ci si è vaccinati la situazione è migliore». Continuando a vaccinarsi, anche Omicron farà meno paura: «Il segreto è non fermarsi: dobbiamo continuare a fare tante prime, seconde e terze dosi entro 3-4 mesi. Questa ci proteggerà anche dalla predominanza di Omicron. È una variante più contagiosa e questo non è positivo, specialmente se r0 dovesse arrivare ai livelli del morbillo».

 

Cosa può succedere ora

E allora quali potrebbero essere i problemi? «Non è un tema ospedaliero ma di difficoltà a livello pratico per l'intero Paese: con una variante che corre così tanto, ci potrebbe essere tanta gente ammalata. E questo vuol dire potenzialmente stop a insegnanti, autisti di autobus, scuole. Anche una settimana a casa sarebbe un problema, è un discorso più di morbilità che di mortalità. Non pagheremo lo scotto sui morti ma senza corsa alle terze dosi si rischia di ingessare il Paese».

Omicron, più contagiosa ma non così grave

Omicron presto potrebbe diventare la variante dominante, anche nel giro di qualche settimana: «Il dato positivo che arriva dai medici del Sudafrica, che sono quelli che l'hanno vista più da vicino, è che prende i bronchi più che i polmoni e per questo sintomi meno gravi. Il tema è l'alta contagiosità, non la gravità della variante del virus. È vera la proiezione che entro qualche settimana potrebbe diventare la variante predominante e per questo è necessario continuare a correre con prime, seconde e terze dosi. Solo così ci metteremo al riparo anche da Omicron». 

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