Sì al superamento del sistema a colori per le regioni e all'abolizione del contact tracing. No alla revisione delle classificazioni per i ricoverati positivi, nè alla revisione della sorveglianza sanitaria in base ai sintomi. Il report settimanale della fondazione Gimbe fa il punto sulla situazione vaccinale in Italia e si esprime sulle principali proposte in discussione sul tavolo tra regioni e governo per la gestione dell'emergenza.
Il 29% dei bambini ha una dose, ma ancora 2 milioni di over 50 non vaccinati
Il report Gimbe di questa settimana fa un focus sull'andamento della campagna vaccinale nei bambini tra i 5 e gli 11 anni: il 29,3% ha già ricevuto almeno una dose di vaccino anti Covid. Sono oltre un milione (1.076.537) e di questi circa 300mila hanno completato il ciclo (332.517).
Complessivamente in Italia 49,8 milioni di persone hanno ricevuto almeno una dose ( l'84,2%) e l'80,1%, pari a 47,4 milioni, ha completato il ciclo vaccinale. Ci sono ancora 7,8 milioni senza nemmeno una dose, di cui 2 milioni di over 50 che sono a maggior rischio ricovero.
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Sì al superamento del sistema dei colori e alla sospensione del contact tracing
In questa fase, secondo la fondazione Gimbe il sistema a colori va superato. Il motivo è che «le Regioni possono aumentare il numero di posti letto Covid per evitare zone dai 'colori più intensì ma determinando mancata assistenza a pazienti con altre patologie». La fondazione è inoltre favorevole alla sospensione del contact tracing, considerando che con l'incidenza elevata di Omicron «non è sostenibile né aiuta a rallentare la crescita dei casi» .In questo punto dunque Gimbe appoggia la proposta avanzata dalle regioni al governo per facilitare la convivenza con il virus.
I positivi in ospedale per altre patologie devono restare ricoveri Covid
No invece alla revisione della classificazione dei ricoveri Covid e alla revisione di misure sulla sorveglianza sanitaria dei positivi. Attualmente tutti i pazienti positivi ricoverati, anche per altre patologie, vengono conteggiati come ricoverati per le conseguenze da Covid. Le ragioni sono principalemente due, come spiega Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe: «In primis perché Covid è una malattia che colpisce numerosi organi e apparati e definire lo status di asintomaticità è molto complesso, specialmente nei pazienti anziani con patologie multiple; in secondo luogo la positività può peggiorare la prognosi di pazienti ricoverati per altre motivazioni». Inoltre, la gestione di tutti i pazienti positivi richiede in ogni caso procedure e spazi dedicati, oltre alla sanificazione degli ambienti.
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No alla revisione della sorveglianza sanitaria in base ai sintomi
La fondazione si schiera contro l'idea di rivedere la sorveglianza sanitaria, suddividendo i sintomatici dagli asintomatici. «L'elemento discriminante oggi dovrebbe essere rappresentato esclusivamente dallo status vaccinale» dicono gli esperti. Un ragionamento da estendere anche alle scuole: non si può pensare di far rimanere a casa solo i sintomatici, e far tornare in aula chi ha avuto contatti ma non ha sintomi. «L'elemento discriminante ai fini della quarantena in caso di tampone negativo dovrebbe essere rappresentato dallo status vaccinale e non dalla presenza/assenza di sintomi» ribadisce Gimbe.
Bocciata anche l'ipotesi di ridurre i giorni di isolamento dei lavoratori dei servizi essenziali: no all'ipotesi di farli tornare al lavoro dopo 3 giorni dalla scomparsa dei sintomi senza tampone.
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