Omicron 5, con le reinfezioni aumenta il «rischio morte, ricovero e Long Covid». Lo studio

Più volte si contrae, più sarà alta la possibilità di avere una conseguenza grave

Omicron, reinfezioni comporterebbero «rischi maggiori per la salute» anche per i vaccinati. Lo studio
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Venerdì 24 Giugno 2022, 18:01 - Ultimo aggiornamento: 21:30

Contagiarsi più di una volta aumenta il rischio per la propria salute. Preoccupano quindi le reinfezioni da Omicron 5. Sono questi i risultati delle ultime ricerche effettuate sulla base dei dati raccolti in tutto il mondo. E mentre in Italia il numero delle persone che si è contagiato più di una volta aumenta, preoccupano le conseguenze sul proprio corpo. Nancy Baxter della School of Population and Global Health dell'Università di Melbourne ha affermato che le prime ricerche, basate sui dati raccolti dal database del Dipartimento per gli affari dei veterani degli Stati Uniti, hanno dimostrato che contagiarsi di nuovo comporta rischi maggiori.

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Reinfezioni Omicron 5, rischi maggiori per la salute: ecco perché

La ricerca, che deve ancora essere sottoposta a revisione paritaria, mostra che mentre con il primo contagio ci sono alcuni benefici per l'immunità, la possibilità di effetti negativi sulla salute aumenta con ogni infezione successiva. Inoltre, i benefici per l'immunità derivanti dal contrarre il virus diminuiscono nel tempo, rendendo sempre più probabili le re-infezioni.

 

I sintomi e i pericoli

I pericoli che si possono affrontare sono di problemi di respirazione, affanno, problemi al cuore, long covid e avere un rischio di morte più elevato di quello che ci si aspetterebbe.

Come sottolineato dal professor Baxter. "Il che significa che più volte lo ottieni, più sarà aggiunto alla possibilità che a un certo punto avrai subito una conseguenza davvero negativa di avere COVID-19".

La protezione svanisce

Per il primo mese dopo aver avuto Omicron si ha una certa protezione contro il nuovo contagio, ma poi diminuisce rapidamente. A indicarlo il professor Baxter. Lo studio ha incluso più di 5,5 milioni di persone, solo il 10% (566.020) erano donne. Il dottor Deepti Gurdarasani della Queen Mary University di Londra ha convenuto che, sebbene la ricerca abbia alcuni avvertimenti, i suoi risultati hanno implicazioni significative per il modo in cui pensiamo alle re-infezioni da Omicron.

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