L'Oms avverte: «Arriverà una nuova pandemia e sarà più mortale, dobbiamo essere preparati»

Il direttore generale dell'Oms, Tedro Adhanom Ghebreyesus: "Attenti a nuovi virus emergenti"

L'Oms avverte: «Arriverà una nuova pandemia e sarà più mortale, dobbiamo essere preparati»
di Mario Landi
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Martedì 23 Maggio 2023, 15:52 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 11:46

L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) non ha dubbi: la minaccia di «un altro virus emergente con un potenziale ancora più mortale» rimane, motivo per cui invita la comunità internazionale a «prepararsi» alla possibilità che emergano nuove pandemie». Lo ha detto il direttore generale dell'Oms, Tedro Adhanom Ghebreyesus. «Quando arriverà la prossima pandemia, che avverrà, dobbiamo essere pronti a rispondere in modo deciso, collettivo ed equo». Secondo l'Oms, le pandemie sono tutt'altro che l'unica minaccia che «l'umanità deve affrontare», ma Ghebreyesus ha dato per scontato che arriveranno «​​nuovi agenti patogeni e nuove pandemie», quindi ha esortato i leader mondiali a elaborare una strategia contro queste sfide. D'altra parte, ha sottolineato che la pandemia «ha avuto un costo elevato anche per la salute mentale. Molti dei nostri stessi dipendenti, come molti operatori sanitari di tutto il mondo, hanno sperimentato un forte stress ed esaurimento, perché la pandemia ci ha presentato sfide senza precedenti», ha aggiunto il medico.

Inoltre, l'Oms ha messo in guardia contro la minaccia di un'altra «variante emergente del Covid-19», che causerebbe «nuove ondate di malattie e morti.

La pandemia ci ha portato fuori rotta, ma ci ha mostrato perché gli obiettivi di sviluppo sostenibile devono rimanere la nostra stella polare e perché dobbiamo perseguirli con la stessa urgenza e determinazione con cui abbiamo contrastato la pandemia».

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L'ALLARME DELLA CINA

Proprio la Cina intanto, si prepara ad affrontare una nuova ondata di Covid-19 che arriverà al suo picco a fine giugno, con 65 milioni di casi a settimana. Lo sostiene Zhong Nanshan, considerato il massimo esperto cinese di malattie respiratorie, citato dal Global times. Zhong ha fatto queste osservazioni durante un forum scientifico a Guangzhou rivelando anche che presto saranno immessi sul mercato due nuovi vaccini per contrastare la variante Xbb e aggiungendo che probabilmente altri tre o quattro saranno approvati a breve. «Nello sviluppo di vaccini più efficaci, siamo in anticipo rispetto agli altri Paesi», sostiene l'esperto. Le proiezioni mostrate dall'esperto cinese Zhong Nanshan hanno mostrato che in Cina un piccolo picco di infezioni da Covid-19 è probabile già alla fine di maggio, con circa 40 milioni di infezioni a settimana. Entro la fine di giugno, l'epidemia dovrebbe raggiungere circa 65 milioni di infezioni a settimana. Secondo il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (China Cdc), il tasso di infezione della variante Xbb è passato dallo 0,2% di metà febbraio al 74,4% di fine aprile e poi all'83,6% di inizio maggio.

COSA DICE BASSETTI

«Sicuramente 65 mln di casi a settimana su una popolazione di 1,5 mld vogliono dire numeri abbastanza importanti. Ma dobbiamo vedere la ricaduta, perché potremmo avere il 5% della popolazione che si fa una forma che è poco più di un raffreddore, diverso è dire che rischiano la polmonite. E io non credo sia quest'ultimo il risultato perché con le varianti Omicron siamo di fronte a forme meno impegnative di malattia. Oggi anche XBB non dovrebbe dare conseguenze cliniche importanti. Ci dobbiamo preoccupare noi in Italia? Io non credo, ma loro in Cina si gestiranno la loro ondata Covid». Così all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive San Martino di Genova, commentando la nuova ondata di casi XBB in Cina. «È evidente che» in Cina «hanno una copertura vaccinale diversa dalla nostra, una grande parte dei cinesi si è immunizzata 4-5 mesi fa e sappiamo bene che questa immunità da Omicron dura meno del vaccino. Ma è un problema loro. A dimostrazione del fatto che bene abbiamo fatto con le vaccinazioni in Italia e in Europa», conclude Bassetti.

 

IL PENSIERO DI PREGLIASCO

«Le varianti XBB» di Sars-CoV-2, che in Cina stanno alimentando una nuova ondata Covid per cui si attende un picco da circa 65 milioni di casi a settimana a fine giugno, «di sicuro hanno caratteristiche di trasmissibilità e immunoevasione» tali da far prevedere «anche da noi un possibile rialzo dei contagi fra 2-3 mesi». Se lo aspetta per l'estate alle porte Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano. Ma sarà «un rialzo non importante, probabilmente senza un impatto significativo in termini di casi gravi», spiega l'esperto all'Adnkronos Salute. «Il virus rimarrà con noi - ribadisce Pregliasco - con andamenti ondulanti e non sincroni a livello mondiale», guidati nelle diverse aree del mondo «dai livelli di immunità ibrida acquisita dalla popolazione (il mix tra vaccinazione, infezione e vaccinazione più infezione) e dalla distanza dall'ultima onda. Noi al momento siamo in una fase decrescente perché abbiamo subito un'onda di risalita poco tempo fa», ma nel prossimo futuro «un rialzo è possibile» con il calo dell'immunità ibrida, quindi con l'aumento del bacino dei vulnerabili al contagio, e con la diffusione di mutanti trasmissibili e immunoevasivi come i ricombinanti di Omicron XBB.

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FINE EMERGENZA

«Poco meno di tre settimane fa ho dichiarato la fine di Covid-19 come emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale. È stato un momento di sollievo e riflessione. Sollievo perché siamo stati ostaggi di questo virus per un pò di tempo, ed è incoraggiante vedere la vita tornare alla normalità: poter abbracciare un amico, viaggiare liberamente e incontrarsi insieme. Allo stesso tempo molti di noi continuano a portare il dolore nel cuore per il terribile tributo che la pandemia ha fatto pagare a famiglie, comunità, società ed economie e dolore per il fatto che non doveva essere così». Ghebreyesus ha parlato all'Assemblea mondiale della sanità, riunita a Ginevra. Il suo è stato dunque un monito: «Non è la fine di Covid come minaccia per la salute globale», ha detto il Dg Oms spiegando che «rimane la minaccia di un'altra variante emergente in grado di causare nuove ondate di malattia e morte». Ma anche la «minaccia di un altro agente patogeno emergente con un potenziale ancora più mortale». Da qui uno degli appelli lanciati: «Esorto tutti gli Stati membri a impegnarsi in modo costruttivo e urgente nei negoziati sull'Accordo per le pandemie e sul regolamento sanitario internazionale, in modo che il mondo non debba mai più affrontare la devastazione di una pandemia come Covid».

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