Green pass, 70% dei sanitari no-vax sospesi continua a lavorare. L'Ordine dei medici: «Commettono un reato»

Green pass, l'80% dei sanitari sospesi continua a lavorare. L'Ordine dei medici: «Commettono un reato»
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Lunedì 6 Settembre 2021, 13:52 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 11:38

Sono presumibilmente circa 1.500, secondo i dati della Federazione nazionale ordini dei medici (Fnomceo), i medici non vaccinati: di questi, circa 1.000 stanno ancora esercitando la professione, ovvero quasi il 70% sul totale dei non vaccinati. Lo afferma il presidente Fnomceo Filippo Anelli, che lancia un appello ai colleghi non immunizzati - ma che possono vaccinarsi perché non hanno motivazioni legate al loro stato di salute - a sottoporsi subito alla vaccinazione. Dei 1.500 medici non vaccinati, 500 sono attualmente sospesi. Altri 120, prima sospesi, hanno regolarizzato la propria posizione comunicando l'avvenuta vaccinazione. 

Sanitari sospesi, il 70% continua a lavorare

Un piccolissimo gruppo, rispetto ai 460mila medici e odontoiatri iscritti alla Fnomceo, ma che preoccupano anche per l'effetto indotto che questi possono avere sulle scelte che poi vengono fatte dai loro pazienti, oltre che per il rischio contagio durante il lavoro. «Siamo tutti impegnati, come aziende sanitarie e ospedaliere, sul tema dei sanitari no vax con l'obiettivo, più che di punire il singolo, di massimizzare la copertura vaccinale collettiva.

E, da questo punto di vista, un primo risultato è stato già raggiunto: chi aveva timori o dubbi anche tra gli operatori sanitari, a seguito dei controlli avviati, si è convinto a immunizzarsi e ha regolarizzato l'avvenuta vaccinazione», ha spiegato Giovanni Migliore, presidente di Fiaso, la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere, che precisa come gli operatoti sanitari no vax siano «una minoranza» e si valuta «caso per caso». 

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«Le aziende, che si sono adeguate alle diverse indicazioni ricevute su base regionale, hanno istituito percorsi di verifica e di controllo senza i quali sarebbe inficiato qualsiasi provvedimento e hanno nominato commissioni che sono al lavoro per valutare le posizioni dei dipendenti caso per caso - aggiunge Migliore - Le singole istanze necessitano di una valutazione clinica approfondita: tra gli operatori sanitari, infatti, chi non si vuole vaccinare per una questione ideologica rappresenta una minoranza; la maggior parte dei non vaccinati, invece, ha presentato richieste di esonero motivate da ragioni di salute, spesso per patologie gravi, malattie autoimmuni o neurologiche, che hanno bisogno di un'analisi appropriata da parte degli specialisti. In diversi casi, inoltre, le aziende hanno anticipato i provvedimenti di sospensione degli ordini professionali. Decisioni confermate anche dalla giurisprudenza, come ad esempio per l'Asl di Brindisi», conclude il presidente Fiaso. 

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La situazione

Quella dei medici non vaccinati contro il virus Sars-Cov-2 e che continuano ad esercitare la professione «è una situazione numericamente insignificante rispetto alle centinaia di migliaia di medici che esercitano in Italia ma che va limitata. Gli ordini professionali devono assolutamente intervenire aprendo procedimenti disciplinari», aggiunge Carlo Palermo, segretario nazionale dell'associazione medici dirigenti Anaao Assomed. «Che ci fosse una fetta della professione non ben predisposta nei confronti della vaccinazione lo si sapeva - aggiunge - C'è da dire che la nostra posizione, come Anaao, è sempre stata molto critica rispetto a queste frange, tant'è che non abbiamo opposto alcuna resistenza nel momento in cui il Governo ha deciso l'obbligo per la vaccinazione per i medici».

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