Lockdown, Ricciardi: «Troppa gente in circolazione in zone rosse e gialle, andiamo verso nuove chiusure»

Lockdown, Ricciardi: «Troppa gente in circolazione in zone rosse e gialle, andiamo verso nuove chiusure»
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Novembre 2020, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 14:36

Troppa gente in strada nelle zone rosse ma anche in quelle gialle. Così Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e docente di Igiene all'università Cattolica, intervenendo oggi durante la trasmissione Agorà, su Rai 3. «In questo momento vediamo una circolazione intensissima delle persone nelle zone rosse», come mostrano le immagini di città come Milano, «ma anche nelle zone gialle, che vengono interpretate come un liberi tutti, come vediamo a Venezia, Napoli e Roma - ha spiegato Ricciardi - Guardando queste scene, l'andare verso un lockdown rinforzato è nei fatti».

Covid, Ricciardi: «Lockdown subito nelle grandi città, servono controlli e sanzioni»

Covid, folla in strada a Napoli e Roma. Ricciardi: «Lockdown per le grandi città»

Ostracismo verso il personale medico

Nelle strutture sanitarie, ha aggiunto, «l'iter è in peggioramento, ci sono già ospedali che negano assistenza e interventi a pazienti cardiovascolari o oncologici e contemporaneamente non riescono ad assistere bene neanche i pazienti Covid».

L'aspetto «più preoccupante è che il personale sanitario non ha più lo stesso spirito, perché è stato vilipeso, trattato male. Dopo la prima fase 'eroicà oggi è cambiata la situazione, si registrano fenomeni di ostracismo tra il personale medico e sanitario. La conseguenza è che molti non sono più disposti ad andare nei reparti Covid, perché li si rischia e in tanti hanno perso la vita».

Video

In questa seconda fase, inoltre, «come in tutte le seconde fasi, la gente è più insofferente, anche perché ha visto vanificati gli sforzi di marzo. Questo è il risultato di una serie di ritardi nel piano di preparazione, varato dal ministro Speranza il 6 aprile, ma che è stato realizzato a macchia di leopardo, per cui in certe regioni il tracciamento regge e in altre no, in alcune regioni nei pronto soccorso ci sono scene di guerra e in altre no. E questo si rispecchia nei comportamenti delle persone». A fronte di questo, ha concluso, «dobbiamo riabbracciare lo spirito nazionale e mettere da parte la rabbia, anche se è vero che qualcosa di meglio poteva esser fatto. Ma ora la situazione è peggio che nella prima ondata, perché ci avviciniamo al freddo e all'influenza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA