«Influenza, il vaccino non basterà», allarme delle farmacie: solo 12 dosi per ogni esercizio

«Influenza, il vaccino non basterà», allarme delle farmacie: solo 12 dosi per ogni esercizio
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 28 Settembre 2020, 00:43 - Ultimo aggiornamento: 15:43

Il conto alla rovescia è partito ma per la campagna vaccinale antinfluenzale 2020/2021 - in piena pandemia da Covid-19 - il rischio è quello di tornare indietro allo scorso marzo e trovarsi di fronte questo scenario: come all’epoca nelle farmacie erano introvabili le mascherine anche adesso le dosi per tenere lontano il virus influenzale potrebbero non essere alla portata di tutti. E coloro i quali non rientrano nelle categorie cosiddette protette (immunodepressi, malati cronici, bambini) obbligate a sottoporsi al vaccino (anziani, personale medico e infermieristico, forze dell’ordine) e persone a cui è vivamente consigliata l’inoculazione (a partire da docenti, personale scolastico nonché impiegati dei pubblici uffici) probabilmente resteranno senza. O almeno, dovranno aspettare forse dicembre per trovare una dose, con l’influenza stagionale già iniziata. 


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Cosa succede? Fatta eccezione dei soggetti a rischio e rientranti nelle sopracitate categorie, per cui le Regioni hanno ordinato in tutto 17 milioni di dosi con un aumento stimato da Farmindustria del 43 per cento rispetto al 2019, tutti gli altri il vaccino lo devono acquistare nelle farmacie e farselo poi iniettare dai medici di famiglia. Chi sono questi “altri”? Il quarantenne ad esempio che non ha patologie croniche, non è immunodepresso, libero professionista che decide di tutelarsi maggiormente contro l’influenza in un periodo in cui la minaccia del coronavirus è tornata prepotentemente a farsi sentire potrebbe non trovare nessuna dose da acquistare nei prossimi due mesi. 
 

I numeri


Come mai? Nelle farmacie - sia pubbliche che private - le dosi sono state decurtate rispetto a un anno fa oppure non si trovano. I conti li fa Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm, l’Associazione che rappresenta le farmacie pubbliche in Italia. «L’ultima conferenza Stato-Regioni di un paio di settimane fa - spiega Gizzi - ha stabilito l’erogazione di 250 mila dosi di vaccino per le circa 19 mila farmacie nazionali sia pubbliche che private». Ognuna ne prenderà in media 12 dosi. Basteranno? «No, non sono sufficienti: nel 2019 i farmacisti chiesero un milione 200 mila dosi - prosegue il presidente di Assofarm - ne furono accordate 850 mila». Quest’anno invece - almeno per il momento - la quota si riduce di 600 mila unità. «Dipende dal fatto che le Regioni hanno chiesto alle industrie un numero superiori di dosi in virtù della pandemia da Covid-19, noi abbiamo chiesto al ministero della Salute - conclude Gizzi - di rivedere questi criteri perché al di là dell’estensione del vaccino a molte altre categorie, le persone che vorranno tutelarsi, pur non essendo soggetti a rischio, potrebbero essere molte di più». A tal proposito «È stato istituto un Tavolo di lavoro che coinvolge produttori, Aifa e farmacie - spiega Massimo Scaccabarozzi, numero uno di Farmindustria - per cercare di dare risposte a tutti. Abbiamo avuto dei problemi con le programmazioni delle Regioni: qualche ente si è mosso in anticipo con gli ordinativi altri in ritardo ma le forniture saranno garantite anche se all’inizio in maniera scaglionata: se una Regione, ad esempio, ha ordinato 2 milioni di dosi non le avrà tutte nel giorno “zero”.
 

Ordinativi in stand-by


E nel mentre per le farmacie? «Gli ordinativi sono in stand-by», commenta Emilio Croce presidente dell’Ordine dei farmacisti di Roma. «I nostri abituali rifornitori - aggiunge Rossella Danise, direttrice della farmacia Barberini nel centro storico di Roma - non ci hanno dato ancora risposta». Lo scorso anno «abbiamo venduto 55 dosi di vaccino antinfluenzale adiuvato per le persone più deboli e di vaccino non adiuvato nel periodo tra ottobre e novembre, è chiaro - conclude la direttrice - che se riusciamo ad avere soltanto 12 dosi quest’anno potremmo non servire tutta la nostra platea». La condizione si potrebbe leggere anche così: meno dosi alle farmacie perché la popolazione tra i 60 e i 65 anni, che l’anno scorso acquistava il vaccino, ora lo potrà fare gratuitamente dal medico di famiglia. Vero, ma potrebbe comunque esserci un aumento vertiginoso della domanda nelle fasce di popolazione con un’età inferiore proprio perché con il Covid più persone vorranno proteggersi dall’influenza. Dunque? «Ci sentiamo esclusi dal canale - conclude la direttrice della farmacia Barberini - proprio come è accaduto a marzo con le mascherine, eppure noi siamo presidi sul territorio». Tra l’altro sempre la Assofarm ha chiesto al governo la possibilità per i farmacisti di iniettare le dosi ai clienti come accade in tanti altri Paesi per riuscire ad aumentare la copertura vaccinale. Ma la proposta al momento non è stata accolta.

 

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La situazione Covid in Italia in base al bollettino del 27 settembre 2020.

I nuovi contagi registrati nelle ultime 24 ore sono 1.766. I morti sono 17 e portano il conto totale dei decessi da inizio pandemia a 35.835. I nuovi postitivi sono una meno di ieri ma con circa 16 mila tamponi in meno (87.714 contro 104.387 di ieri).



 


 
 
 
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