Infarto, ecco la pillola che riduce del 30% ictus e attacchi cardiaci

Uno studio spagnolo ha dimostrato che assumere contemporaneamente antipertensivo, statina e aspirina riduce il rischio infarto

Infarto, ecco la pillola che riduce del 30% ictus e attacchi cardiaci
di Antonio G. Rebuzzi
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Mercoledì 7 Settembre 2022, 10:34

La polipillola tre in una composta da un antipertensivo, una statina e l'aspirina, riduce del 30% il rischio di ictus e infarto in chi ha già avuto un attacco cardiaco. Sono questi i risultati del più ampio e lungo studio internazionale su questa terapia firmato da 113 centri di 7 Paesi, tra cui l'Italia. Il lavoro, pubblicato sul New England Journal of Medicine, è stato presentato al meeting annuale della Società europea di cardiologia a Barcellona.

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LA RICADUTA
Valentin Fuster e J.M. Castellano, del Centro Nacional de Investigaciones Cardiovasculares di Madrid hanno, appunto, illustrato una interessante ricerca mirata a prevenire una ricaduta di malattie cardiache. Sono stati studiati quasi 2500 pazienti con una storia di infarto miocardico recente (non più di 6 mesi) curato con rivascolarizzazione miocardica attraverso angioplastica o by pass aorto coronarico.
A metà dei pazienti è stata data la normale terapia con più compresse, come prescrivono le linee guida, all'altra metà è stata invece data una polipillola contenente aspirina (100 mg), ramipril (in dosi varie in relazione alla pressione) e statina. Tutto il campione è stato seguito per un periodo medio di almeno tre anni per verificare quale terapia avesse avuto più successo.
I risultati: gli eventi cardiovascolari gravi (infarto, mortalità o rivascolarizzazione urgente) si sono verificati in quasi il 13% dei pazienti che seguivano la terapia normale e nel 9,5% dei pazienti che prendevano la polipillola.

Dunque con una riduzione di eventi del 24% in questi ultimi. L'aderenza alla corretta terapia era molto maggiore per coloro che usavano la polipillola rispetto a quelli che seguivano la terapia solita (dopo un anno 74% verso 63%).


LE DOSI
E proprio il seguire in modo corretto la terapia è l'arma vincentie della polipillola. In particolare, nelle popolazioni anziane. Una riduzione nel numero di compresse facilita la corretta ubbidienza alla cura.
Oltre all'aumentata aderenza alla terapia, vi sono altri vantaggi quali l'eliminazione di frequenti aggiustamenti terapeutici anche da parte dei pazienti o ancora la possibilità di ridurre la pressione con piccole dosi di più farmaci invece che con grosse dosi di un farmaco singolo riducendo eventuali effetti collaterali di un dosaggio elevato.
Accanto ai vantaggi che l'uso della polipillola comporta, vi sono comunque anche degli svantaggi. Primo fra tutti la possibilità di iperterapia a soggetti che non ne hanno bisogno come anche di terapia non sufficiente per i soggetti a maggior rischio. Nella medicina attuale, e non solo in cardiologia, si tende ad praticare una cosiddetta terapia personalizzata che prevede appunto una cura molto bilanciata in relazione alle esigenze del paziente. Non penso, comunque, questo possa essere il caso della polipillola.
Ritengo però che, in particolari gruppi di pazienti quali gli anziani o soggetti con scarsa attenzione alla propria salute, il ricorso ad una sola pillola invece che ad impianto terapeutico più complesso possa dare maggiori benefici.

Professore di Cardiologia
Università Cattolica Roma

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