Infarto, gli effetti per le donne sono più gravi

Infarto, gli effetti per le donne sono più gravi
di Antonio G. Rebuzzi
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Mercoledì 4 Novembre 2020, 01:29

Le donne sono meno colpite dalle malattie coronariche, ma sono svantaggiate rispetto agli uomini se hanno un infarto? Un po’sì e un po’no. In età giovanile vi sono vari fattori, tra cui le più sane abitudini di vita ed il ruolo giocato dagli ormoni femminili, che sostanzialmente proteggono le donne nei confronti delle patologie vascolari.

Nel periodo post-infartuale, le conseguenze invece sembrano essere più pesanti.

Mentre l’angina e l’infarto miocardico negli uomini è nella maggior parte dei casi dovuto ad un’ostruzione delle arterie coronariche maggiori, nelle donne oltre all’ostruzione, ci possono essere cause differenti.

Si può avere, infatti, uno spasmo dei piccoli vasi coronarici (il cosiddetto microcircolo) o anche una dissezione coronarica che consiste in una separazione spontanea dei vari strati che compongono la parete delle arterie e che può portare ad una chiusura del lume dentro cui scorre il sangue. 

A fronte di una spesso differente fisiopatologia che porta all’infarto, le linee guida propongono terapie simili che sono basate su trials clinici in cui le donne sono una netta minoranza. Si cura quindi più o meno alla stessa maniera patologie di origine a volte differenti.

Nell’ultimo numero della rivista Journal of American College of Cardiology, è pubblicato un articolo di Sanna A.E.Peters del George Institute for Global Health dell’Imperial College di Londra sulle differenze tra uomo e donna nella risposta ad eventi coronarici. 
Sono stati analizzati i dati di oltre 1.500.000 soggetti di entrambi i sessi dai 21 anni in su. È stato quindi valutato il rischio nell’anno successivo, di andare incontro ad importanti patologie cardiache sia nei pazienti che avevano avuto un infarto sia nei soggetti precedentemente sani, uomini e donne. 

Il rischio di andare incontro ad un infarto o angina era maggiore del 35% per gli uomini se non vi era una patologia cardiaca pregressa. Se invece si era già verificato un evento cardiovascolare, le probabilità di una recidiva non differiva tra uomini e donne. Quasi che le donne, una volta colpite da un infarto, perdessero il vantaggio dovuto ai fattori protettivi. 
Situazione relativamente simile per quanto riguarda la rivascolarizzazione coronarica. Ioanna Kasmidou della Columbia University di New York ha analizzato i risultati di numerosi studi sulle angioplastiche coronariche. A 5 anni dall’intervento le donne avevano un maggior numero di complicanze e maggiore mortalità cardiovascolare.

Cosa rende le donne più fragili? Varie sono le spiegazioni. 1)Quelle colpite da infarto arrivano mediamente più tardi in ospedale e quindi l’efficacia della cure è ridotta 2) Il minor calibro delle coronarie nelle donne rende qualsiasi intervento più difficile 3)Fanno mediamente terapia ridotta rispetto agli uomini. In vari studi si è registrato un uso inferiore di statine ed antiaggreganti nonché una minore riabilitazione post evento.

L'autore dell'articolo è Professore di Cardiologia Università Cattolica-Policlinico Gemelli Roma

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