Green Pass, Ricciardi: «Abolizione? A Londra il Covid è tornato, non abbassare la guardia»

Il consigliere del ministro Speranza: «No all’eliminazione del Green pass»

Green Pass, Ricciardi: «Abolizione? A Londra il Covid è tornato, non abbassare la guardia»
di Diodato Pirone
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Sabato 5 Marzo 2022, 22:58 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 10:08

È chiarissimo il consiglio di Walter Ricciardi, ex presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e attuale consigliere del ministro della Sanità Roberto Speranza: «Non abbassare la guardia sul fronte del Covid anche se la guerra in Ucraina sembra aver tolto il virus dal nostro radar».

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Professore, lei è sempre stato favorevole a interventi decisi e severi. Ma il Covid sembra aver perso forza. Non è il caso di allentare la presa?
«Non ancora se non a piccoli passi. Dobbiamo avere lungimiranza perché il vero obiettivo è impedire al virus di ripartire in ottobre».
Cosa significa in concreto?
«Da un lato l’andamento dell’epidemia è senza dubbio migliorato e la pressione sugli ospedali è scesa anche se la curva dei contagi cala un po’ meno velocemente di quanto ci aspettavamo».
E l’altro lato?
«Sottolineo tre elementi».
Quali?
«Primo: i contagi sono ancora moltissimi e abbiamo 200 morti al giorno. Secondo: a causa della invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin, in Europa è in corso una migrazione di milioni di persone poco vaccinate e senza protezioni. Terzo: in Africa solo il 5% delle persone è vaccinato. Dunque ci sono le premesse per una ripresa della pandemia e per l’arrivo di nuove varianti».
Morale?
«Non sottovalutiamo il Covid. L’abbiamo fatto per due estati e poi siamo stati costretti a prendere contromisure pesanti. Dobbiamo continuare a difenderci con le mascherine e i vaccini, ma anche a tagliare l’erba sotto i piedi del virus vaccinando l’Africa e quei Paesi dell’Asia che sono indietro».
Ma non è troppo pessimista?
«Basta dare un’occhiata ai dati della Gran Bretagna: a Londra dal 24 febbraio hanno eliminato ogni restrizione e adesso i contagi stanno risalendo. I governi europei, dunque, sono avvisati».
Cosa si può fare per limitare l’ondata di contagio che con ogni probabilità arriva assieme ai rifugiati ucraini?
«Fatto salvo il dovere dell’accoglienza, dobbiamo essere consapevoli che una massa di persone poco vaccinate che si sposta in condizioni precarie costituisce un potenziale maxi-focolaio. Quindi le Regioni e le Asl si devono organizzare, tamponando tutti i rifugiati, invitandoli a vaccinarsi e a mantenere tutte le precauzioni di legge».
La variante Omicron arriva dall’Africa. Come è possibile che solo il 5% degli africani sia vaccinato?
«Vanno cedute le licenze di produzione dei vaccini. In Sud Africa c’è una fabbrica di vaccini ma non funziona. Assurdo».
Veniamo all’Italia. Le Regioni ma anche alcune forze politiche premono per ridurre o eliminare il Super Green Pass, in particolare sul lavoro. Che ne pensa?
«Mi sentirei più tranquillo se i politici studiassero il caso inglese. Capisco che sia popolare eliminare le restrizioni, ma sarebbe assurdo tornare a inseguire il virus con nuove restrizioni in autunno».
Cosa si potrebbe fare in concreto?
«Mantenere il Green pass all’aperto non ha più molto senso ma al chiuso è bene restare vigili. Non solo per il Certificato ma anche per le mascherine».
Lei è estremamente prudente nonostante i dati sulle vaccinazioni italiane siano impressionanti con quasi 135 milioni di somministrazioni...
«E’ vero, l’Italia ha fatto un’ottima campagna di vaccinazione, la migliore fra i grandi paesi europei. Tuttavia, non possiamo nasconderne i limiti: la campagna non è andata benissimo fra i bambini dai 5 agli 11 anni e mancano ancora alcuni milioni di vaccinati con la terza dose».
Come spiega questi buchi in una rete a maglie strette?
«Molti genitori pensano che i rischi del vaccino siano superiori ai benefici. E’ un errore di valutazione perché non è vero che il Covid non abbia effetti pericolosi o comunque “lunghi” sui bambini. Inoltre, una sola Regione, la Puglia, ha portato i vaccini nelle scuole come andava fatto ovunque in Italia».
Dal 31 marzo non ci sarà più stato d’emergenza. Preoccupato?
«Le Regioni saranno ancor di più in prima fila.

Spetterà soprattutto a loro non perdere di vista la lotta al Covid-19. Non si distraggano»

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