«L'epidemia non è conclusa, in alcune aree il virus circola». Il rapporto: anche nel Lazio Rt sale a 0,9

«L'epidemia non è conclusa, in alcune aree il virus circola». Il rapporto: anche nel Lazio Rt sale a 0,9
di Graziella Melina
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Sabato 13 Giugno 2020, 09:25

«L'epidemia non è conclusa», il virus circola ancora e, seppure il numero dei contagi sia in diminuzione, «in alcune parti del Paese la circolazione di SarsCov2 è ancora rilevante». Il ministero della Salute e l'Istituto Superiore di Sanità nell'ultimo monitoraggio riferito alla settimana dall'1 al 7 giugno, ribadiscono che occorre continuare a mantenere le misure di prevenzione, per evitare che eventuali colpi di coda dell'epidemia portino con sé cattive sorprese.

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In effetti, l'indice Rt, che misura il tasso di contagiosità, si mantiene in tutte le Regioni sotto l'uno. La situazione, ribadiscono dal Ministero, rimane «complessivamente positiva» anche se è ancora «necessario mantenere elevata la resilienza dei servizi territoriali per continuare a favorire la consapevolezza e la compliance della popolazione». Serve poi continuare «la ricerca attiva e l'accertamento diagnostico di potenziali casi, l'isolamento dei casi confermati, la quarantena dei loro contatti stretti. Azioni fondamentali per controllare la trasmissione ed eventualmente identificare rapidamente e fronteggiare recrudescenze epidemiche». Le maggiori oscillazioni riguardano per lo più la Puglia con un Rt a 0,94, mentre la settimana precedente era a 0,78. Poi c'è il Lazio, che pare avvicinarsi all'uno: 0,93 contro lo 0,75 della scorsa settimana. Sempre in bilico la Lombardia, che si mantiene allo 0,9 (0,91). Ma secondo gli esperti si tratta di indicatori da prendere con le pinze.

«NORMALI OSCILLAZIONI»
«Questi valori sono basati sono una formula matematica, e indicano che il virus circola ancora - spiega Massimo Ciccozzi, epidemiologo molecolare, direttore dell'Unità di Statistica medica ed Epidemiologia molecolare dell'Università Campus Bio-medico di Roma -. Ma si tratta di normali oscillazioni, non c'è da impressionarsi». La preoccupazione è che si arrivi all'uno. «Diamogli il giusto peso, si tratta di un indicatore che risente di piccoli numeri - spiega Carlo Signorelli, ordinario di Igiene dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano -. Dimostra che ancora il virus sta girando. Ma l'importante è che quando si trova un focolaio lo si identifichi, si metta subito in atto la sorveglianza epidemiologica. Direi che possiamo dunque mantenere una generale tranquillità». Seppur con tutti i limiti di questi indicatori, in ogni caso «non c'è alcun segnale di una possibile ripresa. Abbiamo visto che per una malattia come questa, dove il numero di asintomatici è alto, e dove il tempo di incubazione è piuttosto lungo, l'attendibilità di questo indicatore non è altissima. Mi fido di più dei dati sui ricoveri, sulle chiamate al Pronto soccorso. E poi i dati diffusi ieri si riferiscono ad una situazione antecedente di alcuni giorni. Sulle oscillazioni, dunque, non mi preoccuperei più di tanto».

 

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