Oltre 200 bambini in Europa sono stati colpiti dalla nuova epatite acuta pediatrica, con casi registrati anche in Italia. Per salvare la vita di una di loro, in Gran Bretagna, è stato necessario il sacrificio del papà, che le ha donato parte del suo fegato. Lola-Rose, 3 anni, è stata ricoverata al Kings College Hospital di Londra a marzo, dopo che i genitori hanno notato una sfumatura gialla nei suoi occhi, riporta il "Daily Mail".
In pochi giorni il suo fegato ha iniziato a peggiorare e i medici sono stati costretti a metterla in coma per rimuovere l'organo malato.
L'epatite acuta pediatrica spaventa l'Europa
Nonostante gli fosse stato detto dei rischi, Alan Raine non ha esitato a sottoporsi all'operazione. La scelta era tra il rischiare o farsi «strappare il cuore» guardando sua figlia soffrire. Quasi un mese dopo l'intervento, Lola-Rose si è completamente ripresa e questa settimana sarà dimessa dall'ospedale.
Sui casi di epatite acuta di origine sconosciuta nei bambini «le indagini tossicologiche sono in corso, ma una eziologia infettiva sembra essere più probabile in base al quadro epidemiologico e clinico», sottolinea l'Istituto superiore di sanità. «Al momento nessuna delle teorie formulate sull'origine ha avuto un riscontro attraverso evidenze scientifiche - ricorda l'Iss - Inoltre ogni anno in Italia, come negli altri paesi, si verifica un certo numero di epatiti con causa sconosciuta, e sono in corso analisi per stabilire se ci sia effettivamente un eccesso. Le ipotesi iniziali del team di indagine nel Regno Unito proponevano una eziologia infettiva o possibile esposizione a sostanze tossiche. Informazioni dettagliate raccolte attraverso un questionario relativo a cibi, bevande, abitudini personali dei casi non hanno evidenziato esposizioni comuni».
Three-year-old girl's eyes develop yellow tinge after she is struck down by mystery hepatitis sweeping world https://t.co/eGuLJB6LuK
— Daily Mail Online (@MailOnline) April 26, 2022
Le indagini microbiologiche «hanno escluso virus dell' epatite A, B, C, D ed E in tutti i casi. Tra 13 casi notificati dalla Scozia, per cui sono disponibili informazioni di dettaglio sul testing, tre avevano una infezione confermata da Sars-CoV-, 5 erano negativi e 2 avevano avuto una infezione da Sars-CoV-2 tre mesi prima. Cinque casi avevano un test positivo per adenovirus tra gli 11 dei 13 casi per cui erano disponibili dati su questo tipo di test», ricostruisce l'Iss.
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