Primo embrione sintetico di topo con un cuore che batte: verso test sull'uomo

La ricerca è pubblicata su Nature dal gruppo dell'Università di Cambridge diretto da Magdalena Zernicka-Goetz

Embrione sintetico da record, è il primo a raggiungere più di 8 giorni. «Sarà fondamentale per i trapianti»
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Giovedì 25 Agosto 2022, 16:59 - Ultimo aggiornamento: 26 Agosto, 11:00

Una nuova scoperta che potrebbe essere rivoluzionaria. Ottenuto il primo embrione di topo sintetico che ha raggiunto lo sviluppo record di 8,5 giorni, con cervello e cuore battente: è un laboratorio vivente per capire il fallimento di alcune gravidanze e studiare malattie senza test animali.

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In corso esperimenti analoghi per ottenere embrioni umani, per studiare fenomeni eticamente impossibili da osservare negli embrioni naturali e per ottenere organi per i trapianti.

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La pubblicazione su Nature

La ricerca è pubblicata su Nature dal gruppo dell'Università di Cambridge diretto da Magdalena Zernicka-Goetz, con Gianluca Amadei e Charlotte Handford, di Cambridge e del Caltech; Amadei è anche all'università di Padova.

La precedente ricerca

Lo stesso gruppo di ricerca nel 2017 aveva ottenuto il primo embrione sintetico a partire da cellule staminali embrionali.

Anche allora era un embrione di topo, ma non era in grado di percorrere tutte le fasi dello sviluppo. In questo nuovo esperimento è stata utilizzata una combinazione di cellule staminali embrionali, cellule della struttura necessaria al nutrimento dell'embrione (trofoblasto) e cellule extra-embrionali (ETiX), tutte di topo. La grande differenza, rispetto al 2017, è nel fatto che i ricercatori sono riusciti a far dialogare le cellule fra loro, in modo che si assemblassero in modo spontaneo, senza la necessità di stimoli esterni.

Lo sviluppo

L'embrione si è sviluppato per otto giorni e mezzo, dando origine a una struttura complessa e differenziata che comprende alcune regioni del cervello, il tubo neurale che dà origine al sistema nervoso, una struttura simile a un cuore in grado di battere e un'altra simile all'intestino. In questo vero e proprio laboratorio vivente in miniatura, i ricercatori hanno anche dimostrato di poter riprodurre le caratteristiche osservate nei cosiddetti topi di laboratorio knockout, ossia privati di un gene allo scopo di studiare caratteristiche fisiologiche o le cause di malattie. Nel frattempo, riferisce il California Institute of Technology (Caltech), lo stesso gruppo di ricerca sta lavorando a un modello di embrione umano analogo a quello di topo appena ottenuto e l'obiettivo è riuscire a comprendere passaggi cruciali dello sviluppo embrionale altrimenti impossibili da osservare in embrioni umani reali.

Fondamentale per i trapianti

Se in futuro la tecnica sperimentata nei topi avrà successo anche con cellule staminali umane, dicono i ricercatori, si potranno costruire in laboratorio organi per i trapianti destinati ai pazienti in lista d'attesa. «Nel mondo ci sono tante persone che attendono anni per avere un trapianto», osserva Zernicka-Goetz. «Quello rende il nostro lavoro così entusiasmante è che le conoscenze che ne derivano potranno essere utilizzate per coltivare in futuro organi umani sintetici per salvare vite». Coltivare organi, conclude, «aiuterebbe anche a capire meglio come sono fatti e a curarli in modo in modo più efficace».

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