Dpcm, l'infettivologo Andreoni: «Misure tardive, potrebbero non bastare»

Dpcm, l'infettivologo Andreoni: «Misure tardive, potrebbero non bastare»
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 4 Novembre 2020, 15:33

«Il mio parere è che questo nuovo Dpcm arrivi un po' troppo tardi. Le misure andavano prese quando i casi giornalieri erano a quota 10mila. Temo che ora potrebbero non essere sufficienti a rallentare una epidemia ormai fuori controllo». Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, commenta così le nuove misure varate dal Governo all'Adnkronos Salute. 

LEGGI ANCHE Nuovo Dpcm, mascherina obbligatoria in classe anche alle elementari. Didattica online alle superiori

«Se poi, come sappiamo, vedremo gli effetti dei nuovi provvedimenti tra 3-4 misure, ecco che davvero tra un mese potrebbe essere impossibile fermare la salita della curva dei casi - rimarca Andreoni - I numeri del report del ministero della Salute hanno una fluttuazione legata ad alcuni fattori: il numero dei tamponi fatti e in quali giorni questi test vengono fatti, perché nel weekend c'è un calo di prestazioni.

Ma c'è un dato preoccupante che rimane ed è quello della percentuale dei tamponi positivi rispetto al totale dei fatti: una percentuale molto elevata, sempre intorno al 15% e in alcune regioni oltre il 20%. Il virus dunque circola molto ed è, purtroppo, fuori controllo».

Secondo lo specialista, oggi «la preoccupazione è la pressione sul Servizio sanitario nazionale» perché è negli ospedali che si assiste a un «accumulo dei pazienti Covid, dove il numero degli accessi è sempre più elevato rispetto a quello dei dimessi. Così - conclude Andreoni - se non riusciamo ad invertire la rotta, tra non molte settimane gli ospedali andranno in fibrillazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA