«Questo farmaco non lo conosco. Aspetti un attimo». Lo smartphone per fortuna è sempre alla portata di mano e così per il giovane neolaureato, di turno alla guardia medica, bastano due secondi per chiedere aiuto a Google. Non va meglio però se l'incertezza riguarda la diagnosi e i sintomi del paziente non sono chiari. In questo caso, per il malcapitato che ha bisogno di assistenza urgente non resta che rivolgersi al pronto soccorso. Che sia un problema di formazione, oppure di carenza di medici e allo stesso tempo di utilizzo spesso improprio di giovani leve, fatto sta che il rischio che si commettano errori diagnostici è sempre dietro l'angolo.
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GLI STRUMENTI
Le aziende produttrici di software, in realtà, già dagli anni '80 avevano capito che l'occasione per trarne profitto era ghiotta e così hanno cominciato a proporre strumenti che aiutano a trovare risposte per quesiti più o meno complessi. Da allora, l'utilizzo delle nuove tecnologie per i quesiti diagnostici si è sempre più diffuso: secondo una indagine di UpToDate, una piattaforma internazionale di informazioni cliniche, l'85% di chi la usa ammette che questo strumento migliora la qualità dell'assistenza fornita ai pazienti, l'82% ritiene che serve per prevenire gli errori e il 95% dice che così risparmia tempo.
IL SUPPORTO
Il cosiddetto supporto decisionale non è dunque una novità. «Anche i nostri medici di famiglia utilizzano software in presenza di alcuni sintomi ammette Cricelli sono utili perché possono aiutare a capire meglio quali sono le possibili implicazioni. Ma non dobbiamo pensare che oggi la carenza dei medici si possa risolvere con un software. Se il medico non c'è, non si può ricorrere all'intelligenza artificiale come se fosse una scorciatoia».
Ma se è vero che i medici, soprattutto giovani, hanno bisogno di consultare Google, il problema va risolto alla fonte. «La differenza tra un neolaureato che abbia fatto un corso di laurea eccezionale e quindi sia preparatissimo e un medico bravo è l'esperienza sottolinea Rocco Bellantone, ordinario di chirurgia dell'Università Cattolica di Roma . Il grande medico ha la genialità di intuire quali siano le situazioni attraverso l'osservazione e il dialogo attento con il malato, oltre che la visione degli esami». Ma è proprio la pratica clinica che lascia spesso a desiderare. «È fondamentale aver fatto almeno un tirocinio durante il percorso di laurea accanto a una persona che abbia una grande esperienza alle spalle spiega Bellantone - Per cui non bastano le nozioni». E figuriamoci se può bastare Google. «Si può utilizzare anche internet, sempre che si consultino fonti serie, però avendo accanto qualcuno che ti faccia interpretare le nozioni che stai acquisendo». Altrimenti si rischia di mandare allo sbaraglio giovani medici.