Secondo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova, gli attuali dati sui contagi in Italia per Covid non sarebbero una fotografia attendibile della realtà. Intervenuto a "24Mattino" su Radio 24 il virologo ha detto: «Oggi in Italia abbiamo 30-40 decessi al giorno e abbiamo un numero ridicolo di infezioni. Evidentemente c'è una discrepanza ingiustificabile, perché in tutti gli altri Paesi d'Europa e del mondo c'è un rapporto di uno a mille rispetto ai numeri dei casi e dei decessi, quindi dovremmo avere anche noi un numero molto più grande di contagi. La gente pensa: "Abbiamo 1.000 casi, è finito tutto". Invece non è finito tutto. Quello che conta è chi fa i tamponi: se noi nel computo mettiamo tutta la gente che si fa il tampone perché deve andare a lavorare, per lasciapassare sociale, è chiaro che le incidenze sono bassissime». Invece, «se i tamponi vengono usati ad esempio per la sorveglianza nelle classi, il risultato è completamente diverso».
Covid Italia, il bollettino di oggi 11 ottobre 2021: 1.516 nuovi casi e 34 morti
Crisanti: «Dovremmo avere 15-20mila contagi»
I numeri dei contagi nel nostro Paese, dunque, per Crisanti sono diversi da quelli contabilizzati formalmente, e spiega il perché: «In genere bisogna prendere il numero di decessi, dividerlo per 2 e moltiplicarlo per 1.000. Quindi, avendo tra i 30 e 40 decessi, avremmo tra i 15mila e i 20mila contagiati in Italia».
Crisanti: «Green pass duri 6 mesi per vaccinati, 24 ore per tampone»
«Il Green pass per avere un impatto sulla trasmissione» di Sars-CoV-2 «dovrebbe essere limitato a chi ha fatto la seconda dose» di vaccino anti-Covid per una durata di «6 mesi» e «a chi ha fatto il tampone» per una durata di «24 ore. È chiaro che questa non è una cosa praticabile, no?».
Il virologo Andrea Crisanti torna a ribadire come a suo avviso dovrebbe essere concepito il certificato verde per essere uno strumento di sanità pubblica.