«Un teenager su 5 pensa al suicidio»: allarme in Germania, l'80% delle richieste da ragazzine di 13 anni

Germania, 1 ragazzo su 5 pensa al suicidio: arriva il supporto psicologico via chat
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Venerdì 30 Aprile 2021, 20:26 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 03:43

Una chat per prestare supporto psicologico a bambini e adolescenti. Krisenchat, questo il suo nome, è nata a Berlino un anno fa ed è unica in Europa, ma è già un grande successo. In Germania, a causa dell'ultimo anno di lockdown, il supporto psicologico per ragazzi in crisi, che viene fornito nel modo più congeniale all'età, via chat, è molto richiesto. «L'idea è venuta a tre diciottenni, la scorsa primavera. E oggi è uno strumento di sostegno per tanti ragazzi in difficoltà», racconta all'ANSA Bernd Janning, 38 anni, psicologo e operatore della piattaforma sul campo. Da Janning emerge un dato inquietante: «Un ragazzo su cinque, di quelli che ci contattano, ha pensieri suicidi».

La causa della depressione: il lockdown

Krisenchat, a causa della pandemia, è cresciuta ben oltre le attese dei suoi ideatori: «Oggi abbiamo 350 operatori e siamo attivi 24 ore su 24, esclusivamente via chat.

Abbiamo 5000 contatti in media al mese, ma si sono già superati anche 10 mila più di una volta: dallo start il numero dei messaggi scambiati supera il milione». Sicuramente il lockdown non ha aiutato i ragazzi che già presentavano disturbi, chi si sentiva isolato o depresso, oggi sta sicuramente peggio, causa anche l'impossibilità di avere una vita sociale normale. Per molti lo stare a casa ha significato trovarsi soli di fronte alle proprie debolezze e paure. «Noi non siamo una terapia però», spiega Janning. La chat è più come una specie di primo soccorso: «serve a orientare, a motivare a cercare aiuto. Noi sollecitiamo a parlare con qualcuno di cui si fidano, che sia l'insegnante o un parente, se non hanno fiducia nei genitori». Ma Krisenchat non è un semplice servizio di ascolto, «in chat proponiamo tecniche di rilassamento, esercizi di immaginazione». Il prossimo step? Potrebbe essere quello di favorire il passaggio dalla chat a una vera e propria terapia, magari in forma digitale, «ci stiamo lavorando». 

La chat è anonima

«I più giovani hanno 10 anni, l'80% delle richieste arriva però da ragazzine di 13-14 - aggiunge Janning riferendo del profilo dell'utente tipico - Ci contattano soprattutto di sera, per conversazioni che possono durare una, due ore, se non di più». La chat avviene sempre in forma anonima, «li identifica solo un numero in codice, e non abbiamo i loro cellulari. È chiaro che manteniamo il più assoluto riserbo sui contenuti. Capita anche che si facciano vivi i genitori di qualcuno, per chiederci se il figlio abbia parlato con noi, ma le nostre consulenze sono confidenziali. Solo nel caso in cui si manifestino chiare intenzioni di commettere un passo estremo, informiamo la polizia».

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