Wuhan, prime tracce del virus furono «cancellate dai cinesi»: la scoperta del ricercatore Usa

Wuhan, prime tracce del virus furono «cancellate dai cinesi»: la scoperta del ricercatore Usa
di Francesco Padoa
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Giovedì 24 Giugno 2021, 10:11 - Ultimo aggiornamento: 16:29

Resta ancora poco chiara l'origine del Sars-CoV-2 e della tragica pandemia che ne è scaturita. Da oltre un anno e mezzo scienziati di tutto il mondo cercano di scoprire la verità, ma ancora le certezze non vengono a galla. Tante le polemiche sollevate nel corso di questi mesi, basti pensare alla “bomba” rilasciata  dal virologo statunitense Anthony Fauci, riguardo la sua incertezza sulle origini naturali del virus e alle reazioni di Matteo Bassetti e Giuseppe Novelli. Tanti i dubbi, e ora addirittura il giallo si infittisce. «L'origine e la diffusione precoce di Sars-CoV-2 rimangono avvolte nel mistero». Esordisce così lo scienziato Jesse D. Bloom del Fred Hutchinson Cancer Research Center, Howard Hughes Medical Institute di Seattle, nelle prime righe di uno studio destinato a gettare nuova luce ma anche molte critiche sugli "albori" della pandemia di Covid e ad allungare al tempo stesso ombre sulle informazioni condivise dalla Cina con il resto del mondo.

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Covid, prime sequenze del virus cancellate "intenzionalmente"

In un mondo affamato di nuovi dati per aiutare a chiarire l'origine della pandemia, uno studio che affermava di aver portato alla luce le prime sequenze di SARS-CoV-2 che erano state deliberatamente nascoste era destinato ad accendere un acceso dibattito.

Il documento non revisionato, del biologo evoluzionista Jesse Bloom del Fred Hutchinson Cancer Research Center, afferma che un team di ricercatori cinesi ha campionato i virus di alcuni dei primi pazienti Covid -19 a Wuhan, in Cina, ha pubblicato le sequenze virali in un database statunitense ampiamente utilizzato e poi, pochi mesi dopo, le informazioni genetiche sono state rimosse per «oscurare la loro esistenza». Tutto il lavoro di un'accurata attività di indagine e ricostruzione parte da un'anomalia da lui intercettata.

Bloom si accorge che un set di dati contenente sequenze di Sars-CoV-2 risalenti all'inizio dell'epidemia di Wuhan è stato cancellato dall'archivio di lettura della sequenza dei National Institutes of Health. E allora si mette sulle loro tracce riuscendo a recuperare i file cancellati (da Google Cloud) e a «ricostruire sequenze parziali di 13» dei primi campioni del virus. Ed è qui che si imbatte anche in quello che si configura come un giallo. Lo scienziato nel suo lavoro lo definisce un «fatto misterioso» e inaspettato. Il primo elemento che però segnala fin dall'abstract del lavoro è che: «L'analisi filogenetica di queste sequenze cancellate nel contesto di dati esistenti accuratamente annotati suggerisce che le sequenze del mercato dei frutti di mare di Huanan che sono al centro del rapporto congiunto Oms-Cina non sono pienamente rappresentative del virus che circolava a Wuhan all'inizio dell'epidemia. Invece, il progenitore delle sequenze conosciute di Sars-CoV-2 conteneva probabilmente tre mutazioni relative al virus del mercato del pesce, che lo rendevano più simile ai "parenti" coronavirus del pipistrello».

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Quindi, secondo Bloom, i primi virus studiati dall'Oms non sarebbero pienamente rappresentativi di tutti i ceppi virali in circolazione in quei primi mesi. L'affermazione più esplosiva di Bloom, secondo cui i ricercatori cinesi hanno cancellato i dati, è destinata ad intensificare il dibattito sul fatto che il virus sia originariamente passato all'uomo da un animale sconosciuto o in qualche modo trapelato da un laboratorio. Bloom afferma di non avere pregiudizi verso una particolare ipotesi di origine per SARS-CoV-2 e concorda sul fatto che le sequenze virali che ha evidenziato siano un piccolo pezzo di un grande puzzle incompiuto. Nella sua avvincente ricostruzione - degna di una spy story - lo scienziato prova a trovare una spiegazione ai file mancanti. E conclude che «non c'è una ragione scientifica plausibile per la cancellazione: le sequenze sono perfettamente concordanti con i campioni descritti dagli autori di uno studio del 2020 (Wang e altri) e non ci sono correzioni al documento, nel quale si afferma peraltro che è stata ottenuta l'approvazione dei soggetti e che il sequenziamento non mostra prove di contaminazione da campione a campione. Sembra quindi probabile che le sequenze siano state cancellate per oscurarne l'esistenza», ipotizza Bloom. «I campioni dei primi pazienti ambulatoriali a Wuhan sono una miniera d'oro per chiunque cerchi di capire la diffusione del virus», prosegue Bloom.

Capire cosa è successo nella metropoli del gigante asiatico dove ha fatto la sua prima comparsa il patogeno «è fondamentale per tracciare le origini del virus, compresa l'identificazione degli eventi che hanno portato all'infezione del paziente zero». Bloom aggiunge: «Anche la mia analisi delle sequenze parziali è rivelatrice». Ed entra nel merito dei "gialli" da chiarire, che vengono suggeriti dai dati recuperati: «I tentativi di dedurre il progenitore di Sars-CoV-2 sono stati confusi da un fatto: le prime sequenze riportate di Wuhan non sono le sequenze più simili al correlato Coronavirus del pipistrello. Il fatto lascia perplessi perché, sebbene l'origine prossimale di Sars-CoV-2 rimanga poco chiara (zoonosi versus incidente di laboratorio), tutte le spiegazioni ragionevoli convergono sul fatto che a un livello più profondo il genoma di Sars-CoV-2 sia derivato dai Coronavirus dei pipistrelli». «Ci si aspetterebbe quindi - prosegue il suo ragionamento - che le prime sequenze del virus riportate siano le più simili a questi coronavirus di pipistrello, ma in questo caso non sembrerebbe essere così. Le prime sequenze di Sars-CoV-2 sono state raccolte a Wuhan a dicembre, ma queste sono più distanti dal gruppo dei coronavirus del pipistrello correlati rispetto alle sequenze raccolte a gennaio da altre località della Cina o anche da altri Paesi», avverte Bloom avanzando alcune possibili spiegazioni di questa incongruenza. Lo scienziato ha anche cercato di contattare gli autori cinesi che descrivevano i campioni finiti "nel suo mirino", ponendo loro le domande che restavano aperte dalla sua analisi. Ma non ha ottenuto risposta. Quindi Bloom, conclude il documento, ribadendo l'incompletezza dei dati che ha potuto analizzare e la difficoltà a trarre conclusioni. L'indagine, sottolinea però, deve continuare.

I ricercatori sono però nettamente divisi sul valore della ricostruzione fatta da Bloom. «Si tratta di un approccio creativo e rigoroso per indagare sulla provenienza di SARS-CoV-2», afferma Ian Lipkin, microbiologo presso la Mailman School of Public Health della Columbia University. «I due punti chiave da portare a casa sono che il virus circolava prima dell'epidemia legata al mercato ittico di Wuhan e che potrebbe esserci stata una soppressione attiva dei dati epidemiologici e di sequenza necessari per tracciare la sua origine»Lasciando da parte il significato delle sequenze trovate da Bloom, «la dimostrazione che i ricercatori possono potenzialmente trovare "nuovi" dati nel cloud è un progresso entusiasmante», aggiunge Sudhir Kumar, che si occupa di ricerca genomica alla Temple University e ha pubblicato la sua analisi sui primi casi di SARS- Sequenze CoV-2: «Molte persone sentono che ci sono molti più dati cinesi là fuori e non hanno accesso ad essi».  Altri sono critici. «Bloom sta facendo riemergere informazioni che sono online da oltre un anno e afferma che si rivela un insabbiamento», afferma Stephen Goldstein, un virologo evoluzionista presso l'Università dello Utah. Non capisco il suo ragionamento». Andrew Rambaut dell'Università di Edimburgo osserva che i ricercatori cinesi hanno inviato il loro piccolo documento prima di rimuovere i dati. «L'idea che il gruppo stesse cercando di nascondere qualcosa è farsesca: se stessero coprendo qualcosa sicuramente non avrebbero presentato il documento. Non mi piacciono le insinuazioni su illeciti...». Dunque, per alcuni scienziati, le affermazioni di Bloom rafforzano i sospetti che la Cina abbia qualcosa da nascondere sulle origini della pandemia. Ma i critici affermano che il lavoro investigativo di Bloom è molto rumore per nulla, perché gli scienziati cinesi in seguito hanno pubblicato le informazioni virali in una forma diversa e le sequenze recuperate aggiungono poco a ciò che si sa su SARS-CoV-2 origini. Insomma, per sintetizzare, il mistero resta.

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