Il ritorno in classe non ha causato un significativo aumento dei contagi. Lo rileva il fisico Giorgio Sestili: «A dieci giorni dalla riapertura delle scuole non si vedano al momento segni di risalita dei contagi da Covid». Il fondatore della pagina "Coronavirus - Dati e analisi scientifiche" pur sottolineando come sia «molto presto per trarre conclusioni», suggerisce un «cauto ottimismo». «La situazione è buona: il numero dei contagi continua a scendere, come quello dei ricoverati nelle unità di terapia intensiva; i decessi sono stabili», ha detto all'Ansa.
Covid, nessun segnale di risalita dei contagi
Un altro segnale di stabilità è poi il Covindex, l'indice confrontabile all'indice di contagio Rt e che viene calcolato sulla base del rapporto tra il numero dei nuovi casi positivi e i tamponi eseguiti: «Attualmente - spiega Sestili - è pari a 0,86, indica cioè una fase di decrescita dei contagi, ed è stabile sotto il valore 1 da diverso tempo: questo significa che non ci sono al momento segnali di risalita». È una situazione complessiva che induce a un «cauto ottimismo sul fatto che le aperture stiano andando bene, ma prima di trarre conclusioni è necessario avere dati più consolidati», aggiunge il fisico.
I dati delle Regioni
Sono buoni anche i dati delle Regioni, tutte con un'incidenza inferiore a 100 casi ogni 100.000 abitanti.
La prima ipotesi sulla stabilità della situazione dell'epidemia, per Sestili, è legata al ruolo dei vaccini: «Con una vaccinazione ormai così diffusa e con vaccini che proteggono dai sintomi gravi ma non dal contagio, l'idea è che aumenti enormemente il sommerso: vale a dire - rileva - che in tanti potrebbero avere l'infezione ma, non avendo sintomi, non fanno i tamponi».
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