«La stragrande maggioranza delle persone, nella maggior parte dei Paesi, rimane vulnerabile al coronavirus». Lo ha detto il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ricordando che «gli studi suggeriscono che nella maggior parte dei Paesi meno del 10% della popolazione sia stata infettata dal Covid-19». «Guardiamo con preoccupazione all'aumento delle ospedalizzazioni in Paesi come Francia e Regno Unito», ha aggiunto il direttore del programma emergenze dell'Oms, Mike Ryan.
E ha aggiunto: «L'attuale scollamento tra la crescita del numero di casi e il numero dei morti», più basso rispetto alla prima ondata della pandemia, «potrebbe ridursi in maniera molto grave e catastrofica, a meno che non stiamo molto molto attenti». «La minore mortalità è dovuta al fatto che ora siamo in grado di fare più test e tracciamenti» e «curiamo molto meglio i pazienti», ha spiegato la dottoressa Maria Van Kerkhove.
La cosiddetta "immunità di gregge" «è un concetto usato per i vaccini», vale per «una popolazione che possa essere protetta da un certo virus, se viene raggiunta un tasso di vaccinazione», ha continuato il direttore dell'Oms parlando delle discussioni in corso e sottolineando che «mai nella storia della sanità pubblica l'immunità di gregge è stata usata come una strategia per rispondere ad un'epidemia, meno che mai ad una pandemia. È scientificamente ed eticamente problematico».
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