Mascherine obbligatorie, gli errori da evitare (e attenzione alla durata)

Mascherine obbligatorie, gli errori da evitare (e attenzione alla durata)
di Claudia Guasco
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Venerdì 9 Ottobre 2020, 06:16 - Ultimo aggiornamento: 20:34

C'è chi rovista in borsa alla ricerca di una mascherina dimenticata (sbagliatissimo). Chi la tiene appesa al braccio (altro errore) o evita di coprire il naso (così è inutile). Ora che i dispositivi di protezione sono obbligatori sempre e ovunque bisogna organizzarsi, scegliere i modelli più adatti, indossarli correttamente e averne cura. Magari trasformandoli in accessorio di tendenza: oggi le mascherine firmate sono l'oggetto più desiderato in rete.

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LA SCELTA


In commercio ci sono diversi tipi di dispositivi, due sono le principali categorie: mascherine chirurgiche e mascherine di protezione delle vie aeree, che rispondono a norme diverse e hanno funzioni diverse.

Le maschere chirurgiche non proteggono chi le indossa, bensì chi è nelle vicinanze e servono a trattenere particelle di saliva potenzialmente contagiose. Poi ci sono le Ffp1, Ffp2 ed Ffp3, dove Ff sta per facciale filtrante, che difendono dall'inalazione di agenti patogeni trasmessi per via aerea: il numero indica la capacità di trattenere sostanze dannose, minore è la 1 massima la 3. Attenzione all'acquisto. «La valutazione di conformità è certificata dal marchio CE, senza il quale non è permessa la commercializzazione. Nel caso specifico, il tipo di maschere filtranti richieste per evitare il contagio da coronavirus sono regolate dalla norma EN 149, che a seconda dell'efficienza filtrante classifica le maschere in Ffp. Quando si compra il prodotto, dunque, su di esso o sulla sua confezione deve essere presente il riferimento a questo standard», spiega Claudio Galbiati, presidente della sezione Safety di Assosistema Confindustria. Niente accaparramenti avventati, insomma, in commercio ci si può imbattere in mascherine non classificate e prive di marcatura la cui capacità protettiva è poco più di un fazzoletto, mettono in guardia gli esperti. La più diffusa sul mercato è la mascherina chirurgica: in farmacia si trova a un prezzo calmierato di 50 centesimi ed è quella consigliata dalle autorità sanitarie quando si va al lavoro o a fare la spesa. Funziona se la indossano tutti perché, come ha calcolato l'Oms, il potere filtrante è al massimo del 20% verso chi le indossa, ma del 95% verso l'esterno. Sono rigorosamente usa e getta, dopo sette, otto ore vanno buttate. Più pesanti e più costose (fino a 5 euro ciascuna) le Ffp2, molto diffuse in Italia con la dicitura asiatica KN95. Hanno un filtraggio del 92% sia in entrata che in uscita e sono consigliate per operatori sanitari, forze dell'ordine, ma in generale per chiunque si trovi in situazioni a rischio. Una visita in ospedale, per esempio. La Ffp3, con un potere filtrante addirittura del 98% sia in entrata che in uscita, è usata da medici e da chi ha contatti con pazienti Covid e va gettata dopo un turno di lavoro. Infine, ci sono le mascherine di stoffa. Si lavano e quindi hanno un impatto minore sull'ambiente, sono allegre e colorate. Anche in questo caso, tuttavia, è necessaria cautela.

 

Una quarantina di aziende produttrici ha ottenuto la validazione dall'Istituto superiore di sanità, la maggioranza le realizza come un qualsiasi capo di abbigliamento. Hanno potere filtrante in uscita, poiché limitano i droplet, ma difficilmente riescono a trattenere particelle di dimensioni inferiori ai 5 micron e questo significa che in ingresso non garantiscono la protezione dal contagio se manca l'immunità di gregge, cioè se non la indossano tutti. La mascherina di stoffa è efficace se ha almeno due strati di tessuto, deve essere lavata ogni giorno se si va al lavoro, ogni due se si usa per poche ore: va messa in lavatrice a 60 gradi, anche con altri capi, meglio se igienizzata in precedenza, evitando l'utilizzo di ammorbidenti.


TENDENZE

Il dispositivo di questo materiale ha un ulteriore vantaggio, permettendo una migliore traspirazione della pelle evita l'insorgenza dell'acne. Ed è anche un accessorio di tendenza, tanto che Vogue ha stilato una graduatoria delle mascherine «must have». In cima alla classifica c'è il nero: Adidas ha messo in commercio uno special pack di tre mascherine in doppio strato di tessuto riciclato e per ogni acquisto donerà 2 euro a Save The Children, Wolford ha realizzato una mascherina total black perfetta per gli amanti dello stile minimal. Mango punta sui materiali, garantendo un filtraggio superiore al 90%, una permeabilità inferiore al 60% e fino a dieci lavaggi. Pierre Mantoux pensa alla sera, con mascherine di pizzo, e Samer Alameen, designer libanese, disegna Face/On, quattro pezzi con facce per diversi stati d'animo. L'umore ai tempi del Covid.

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