Coronavirus, il virologo Crisanti: «Covid si sta spegnendo? Sono solo chiacchiere»
Effetto Covid, «rischio meno 10mila iscritti alle università». Il crollo soprattutto al Sud

LA NUOVA FASE
Insomma il focus è sulle coppie che hanno vissuto la quarantena sotto lo stesso tetto, non potendo andare da nessun’altra parte. E ora? Ora che siamo in piena fase 3 tutto riparte, speriamo anche il desiderio, ma per dare una spinta cosa c’è di meglio dell’ennesima task force? Niente, a giudicare dalle scelte di governo, soprattutto se a guidarla c’è un virologo di fama come il professore e infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano Massimo Galli, punto di riferimento per la ricerca sull’HIV e oggi anche sulla Covid-19. Così la ricerca diventa parte della campagna globale “Let’s not get back to normal” ed è incentrata sulla trasmissione di messaggi positivi di cambiamento e superamento di una precedente, e non sempre corretta, normalità in ambito sessuale.
LO STUDIO
«La pandemia ci ha costretto per motivi di sicurezza all’isolamento sociale. Questa condizione ha generato degli effetti psico-sessuali a breve e a lungo termine. Aumentati i sentimenti di ansia, ossessività, compulsività per il contagio ed effetti simil depressivi; si sono drasticamente ridotte le pratiche sessuali, compreso il petting, con i partner occasionali ma anche con il partner stabile», spiega Sonia De Balzo, sessuologa specialista in psicologia clinica e dello sviluppo dell’ospedale Cotugno di Napoli. Ovviamente si sono infatti mantenute stabili le attività sessuali praticabili in autonomia e la visione di materiale pornografico, mentre sono drasticamente crollate quelle che prevedono il contatto fisico e che invece svettavano nella fase pre-quarantena. Crollati i rapporti occasionali al 3% gli incontri via app al 6% Per i non conviventi l’astinenza ha toccato il 95 per cento: anche se qualcuno - come hanno raccontato le cronache- ha sfidato le prescrizioni da Dpcm e si è avventurato verso la casa dell’amante. Scenario sicuramente molto diverso per i partner conviventi, che solo nel 65% dei casi hanno visto ridurre la propria attività sessuale: niente desiderio per il 62%. Inoltre il periodo di quarantena forzata ha avuto, sulle coppie conviventi, un forte impatto sui livelli di soddisfazione sessuale. Nello specifico, dalla ricerca Durex è emerso che la percentuale di soddisfatti della propria attività sessuale è diminuita dal 73% al 58%, mentre gli insoddisfatti sono aumentati dal 17% al 22%, con un restante 10% che è andato a incrementare il gruppo dei neutrali, passato dal 10% al 20%.

LA CAMPAGNA
E ora? Si riparte da questo dato: più della metà degli intervistati ha dichiarato che l’isolamento non ha cambiato le abitudini e le attenzioni legate alla propria igiene sessuale e che prima di Covid-19 solo un italiano su due era solito utilizzare il preservativo come contraccettivo. Evidenze che - si legge in una nota - sottolineano l’importanza della campagna “Safe is the new normal”, promossa da Durex che insieme ad Anlaids, associazione italiana che si batte per fermare diffusione dell’Aids, ha dato vita a una task force multidisciplinare costituita dal virologo Galli, dalla sessuologa Sonia de Balzo, specialista in psicologia clinica e dello sviluppo dell’Ospedale Cotugno di Napoli, da Alberto Venturini, psicoterapeuta cognitivo comportamentale dell’Ospedale Galliera di Genova e da Alessandra Scarabello, dermatologa allo Spallanzani di Roma. «È di primaria importanza sollecitare l’opinione pubblica ad adottare un approccio consapevole su quanto ci accade intorno - sottolinea la sessuologa de Balzo - al fine di promuovere un’opera di sensibilizzazione riguardo alla prevenzione del contagio del virus Covid-19, e ancor di più, del virus dell’Hiv e delle altre malattie a trasmissione sessuale». Mentre secondo il professor Galli, non può stupire che «una malattia trasmissibile per via aerea e per contatto diretto abbia condizionato anche i comportamenti sessuali di questo periodo. Eppure la crisi causata da Covid offre l’opportunità di ripartire “bene” anche da questo punto di vista, cogliendo l’opportunità di programmi educativi volti ad estendere i comportamenti responsabili anche all’ambito sessuale».

IL SÌ DI BORIS
Comportamenti responsabili che hanno il via libera anche in Gran Bretagna.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout