Covid, saltano visite e interventi: ecco le vittime collaterali. Anna: «Niente controlli, il tumore è tornato»

Covid, saltano visite e interventi: ecco le vittime collaterali. Anna: «Niente controlli, il tumore è tornato»
di Graziella Melina
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Giovedì 5 Novembre 2020, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 08:06

L'emergenza Covid sta mettendo a dura prova il sistema sanitario nazionale. Posti letto, terapie intensive e personale vengono dedicati ai pazienti contagiati. «Dobbiamo cercare, come Paese, di garantire, dove ci sia un bisogno di ricoveri in degenza ordinaria o in terapia intensiva, che venga garantito - ha detto ieri Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss) - alcune regioni hanno superato la soglia critica dei posti in terapia intensiva, altre regioni sono vicine». Con la conseguenza che «sono state riprogrammate le attività per dare priorità alla clinica dei pazienti con Sars CoV 2, dilazionando ricoveri per altre patologie. E diverse Regioni hanno superato la soglia critica». A tutti gli altri pazienti, dunque, viene chiesto di temporeggiare. Ma per alcune malattie come il tumore, o quelle legate al cuore per esempio, la partita si gioca tutta sulla tempestività. Per quanto riguarda le cardiopatie si calcola un calo del 40-50 per cento di visite e ricoveri in elezione; e ancora 2.500.000 prestazioni ambulatoriali oculistiche in meno, e solo 300mila interventi chirurgici della cataratta, sui 600mila annui in tempi precovid. Oltre un milione gli screening oncologi rimandati.

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Il tumore

Anna, 65 anni, romana, la sua battaglia contro il cancro era riuscita a vincerla prima dell’arrivo della pandemia.

Un tumore al polmone, non troppo grave, l’intervento, le cure e forse tutto sarebbe filato liscio. Bastava fare i controlli e gestire eventuali problemi.Ma poi il lockdown e la difficoltà a mettersi in contatto con l’ospedale per lo screening ha cambiato tutto. «La signora ha fatto una tac a marzo - ricorda Francesco Cognetti, presidente della Confederazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi - dopodiché per il periodo di chiusura generale non l’ha ritirata, né nessuno in l’ha chiamata per avvisarla. Quando poi la va a ritirare a giugno, scopre di avere una metastasi epatica». Ora Anna ha iniziato le cure, ma le rimane il rammarico del tempo perso: «Se l’avesse saputo in tempo, avrebbe avutomaggiori possibilità di avere un beneficio dalle cure». 

Diagnosi sbagliate

Sentiva uno strano affanno, Carmela, 70 anni di Roma. Passerà, pensa, ma poi alla fine decide di andare al pronto soccorso. Vuole capire cosa le sta succedendo. Ma quando arriva, trova decine di persone in attesa. La maggior parte tossisce e ha la febbre. Al triage, si sospetta che la sua insufficienza respiratoria sia dovuta al Covid. E viene messa in quarantena. «Durante quel periodo però - racconta Francesco Romeo, presidente della Fondazione italiana cuore e circolazione - la paziente è stata male, e così ci si è accorti che aveva una sindrome coronarica gravissima a rischio dimorte improvvisa. Ed è stata operata d’urgenza». Il guaio è che Carmela, che è entrata in ospedale senza Covid, a causa della promiscuità della sala di attesa, come capita in molti pronto soccorso, si è contagiata e così, ha poi dovuto fare i conti anche con l’infezione. Ma ora sta bene.

Tempi lunghi

Ti sei prenotata per la visita oculistica?» le chiedeva con insistenza il marito.Ma Giovanna, 75 anni di Milano, dopo vari tentativi era riuscita a ottenere un appuntamento per il mese di aprile. Avrebbe aspettato, e cercato di non combinare guai. «La cataratta ultimamente cominciava a darle problemi - raccontano da Senior Italia FederAnziani - non riusciva più a lavorare ai ferri. Né ad aiutare i nipotini a fare i compiti».Ma pazientava. «Bisogna portare pazienza» ripeteva spesso alle amiche che la incontravano almercato. Il lockdown però ha cambiato tutti i programmi. La sua visita salta, e chissà quando avrebbe potuto recuperarla. Giovanna prova a fare finta di niente.Ma quando la luce è scarsa, la cataratta le rende tutto ancora meno chiaro. E così un giorno il tappeto la tradisce, inciampa e si rompe il femore.Ma della prenotazione della visita oculistica ancora non c’è traccia.

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