Covid Italia, indice Rt cresce ancora: 0,89. Le Regioni: «Superarlo, è poco affidabile»

Covid Italia, indice Rt cresce ancora: 0,89. Le Regioni: «Superarlo, è poco affidabile»
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Venerdì 7 Maggio 2021, 10:02 - Ultimo aggiornamento: 16:10

Covid Italia. Mentre oggi si decide la nuova mappa dei colori delle Regioni, con un'Italia che si appresta a diventare senza zone rosse, secondo quanto emerge dai dati al vaglio degli esperti della cabina di regia per il monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute, sale anche questa settimana l'indice di contagio del coronavirus in Italia che passa dallo 0.85 della scorsa settimana a 0.89.. L'incidenza secondo gli ultimi calcoli sarebbe ancora in discesa dal valore 146 registrato nel monitoraggio della scorsa settimana, arrivando ora a 127.

 


I DUBBI DELLE REGIONI - Ma proprio sulla valutazione dell'indice sorgono i dubbi delle Regioni. «La prima cosa da superare oggi, vista anche la situazione contingente, è l'indice rt che oggi andiamo a valutare». ha detto infatti  il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, intervenuto a Sky Tg24, ritenendolo poco affidabile.

In alternativa, per Fedriga «un indice da tenere in considerazione è il rt ospedaliero: fa capire se aumentano o diminuiscono le richieste di ospedalizzazione ed è un indicatore che può dare segnale importante, e che non dà una visione distorta».



«Quando c'è una incidenza bassa il rischio è che pochi contagi in più facciano schizzare in alto l'indice rt. La mia regione l'indice rt più alto l'ha avuto ad agosto 2020 dove penso abbiamo raggiunto il 3 di rt perché siamo passati da 4 a 18 contagi. Ma una cosa è passare da 2000 a 4000, che significa una diffusione importante; mentre invece da 4 a 18 il pericolo non esiste - ha proseguito Fedriga - Pensate se durante la stagione turistica - e ringrazio il presidente Draghi perché dal 15 maggio possiamo ripartire anche con chi arriva dall'estero con i certificati - una regione che da 4 passa a 8 contagi rischia di arrivare a rt2, e con i turisti in casa diventa zona rossa...» Sull'obiettivo di modificare i parametri, Fedriga ha segnalato che «sta lavorando un tavolo tecnico ad hoc insieme con l'Istituto superiore di sanità e i rappresentanti delle regioni; confido in quel lavoro».

NESSUNA REGIONE A RISCHIO ALTO - Nella bozza del monitoraggio emerge un miglioramento generale del rischio in Italia per l'epidemia di Covid, con nessuna Regione a rischio alto per la seconda settimana consecutiva. Sei Regioni e province autonome hanno una classificazione di rischio moderato (di cui una, Calabria, ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) . Le altre 15 Regioni e province hanno una classificazione di rischio basso. Una Regione (Molise) e una Provincia Autonoma (Bolzano) hanno un Rt puntuale maggiore di uno, ma con il limite inferiore sotto l'uno.

TERAPIE INTENSIVE IN CALO - Scende inoltre il numero di Regioni e Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica: si tratta di 5 contro le 8 della settimana precedente. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sotto la soglia critica (27%), con una diminuzione nel numero di persone ricoverate che passa da 2.748 (27/04/2021) a 2.423 (04/05/2021). Il tasso di occupazione in aree mediche scende ulteriormente ed è sotto la soglia critica (29%). Le persone ricoverate passano da 20.312 (27/04) a 18.176 (04/05).

IL SOTTOSEGRETARIO SILERI - «Dobbiamo andare per gradi, facendo solo ed esclusivamente passi in avanti e non indietro. Credo che osserveremo un aumento di contagi nella popolazione più giovane. Ma questo non dovrebbe comportare un aumento rilevante del numero delle ospedalizzazioni. Per questo penso che da metà maggio potremo procedere con ulteriori riaperture. Penso, ad esempio, a coloro che organizzano matrimoni, che al momento sono quelli più indietro rispetto alle riaperture», ha detto invece il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri (M5S) ai microfoni della trasmissione "L'Italia s'è desta", su Radio Cusano Campus. «La cosa importante - ha sottolineato Sileri - è avere una tabella di marcia, non si può dare una data, però si può dire che le vaccinazioni stanno andando molto bene e arrivati a un certo target riusciremo a fare le cose. È importante dare una scaletta di riaperture come abbiamo fatto nell'ultimo decreto, che penso riusciremo ad anticipare ulteriormente grazie all'andamento delle vaccinazioni e dei dati che stanno andando meglio anche se non in maniera eccezionale per quanto riguarda il numero dei contagi. Oggi è molto più probabile che si contagi un giovane perché non ha fatto il vaccino, ma è molto meno probabile che questo finisca in ospedale rispetto ad un over 60».

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