Covid, Iss: «Pandemia peggiora, carico di lavoro non più sostenibile sui servizi sanitari territoriali»

Covid, Iss: «Pandemia peggiora, carico di lavoro non più sostenibile sui servizi sanitari territoriali»
di Rosario Dimito
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Sabato 10 Ottobre 2020, 16:09 - Ultimo aggiornamento: 16:14

In Italia si osserva una accelerazione del progressivo peggioramento dell’epidemia di SARS-CoV-2 segnalato da dieci settimane che si riflette in un carico di lavoro non più sostenibile sui servizi sanitari territoriali. Per la prima volta si segnalano elementi di criticità elevata relativi alla diffusione del virus nel nostro Paese. È essenziale evitare eventi ed iniziative a rischio aggregazione in luoghi pubblici e privati ed è obbligatorio adottare con consapevolezza comportamenti individuali rigorosi al fine di limitare il rischio di trasmissione per evitare un ulteriore e più rapido peggioramento dell’epidemia.

Bollettino settimanale

Nel bollettino settimanale dell’Iss, aggiornato giornalmente da ciascuna Regione/PA in cui si riportano i dati della sorveglianza integrata, spuntano nuovamente segnali allarmanti. «La trasmissione locale del virus, diffusa su tutto il territorio nazionale - si legge nel documento dell’Istituto superiore di Sanità che iL Messaggero.it rivela iintegralmente - provoca focolai anche di dimensioni rilevanti soprattutto segnalati in ambito domiciliare/familiare.

Rimane fondamentale mantenere una elevata consapevolezza della popolazione generale circa il peggioramento ormai chiaro e più rapido della situazione epidemiologica e sull’importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali lavaggio delle mani, l’uso delle mascherine e il distanziamento fisico». 

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Scende la percentuale dei nuovi casi che sono stati rilevati attraverso attività di tracciamento dei contatti (31,8% dei nuovi casi vs 35,8 la settimana precedente). Aumenta, invece, la percentuale dei nuovi casi rilevati attraverso le attività di screening (33,2% vs 28,2%). Il 29,1% dei nuovi casi è stato rilevato attraverso la comparsa di sintomi e nel 5,9% non è stato riporto l’accertamento diagnostico. Durante il periodo 21 settembre - 4 ottobre 2020, sono stati diagnosticati e segnalati 26.729 nuovi casi, di cui 67 deceduti (questo numero non include le persone decedute nel periodo con una diagnosi antecedente al 21 settembre). 

 
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